Il ping pong nello spazio, con l'acqua

L'astronauta si è cimentato, a bordo della ISS, in una partita a ping pong sfruttando le leggi che regolano il comportamento dei liquidi nello spazio.
L'astronauta si è cimentato, a bordo della ISS, in una partita a ping pong sfruttando le leggi che regolano il comportamento dei liquidi nello spazio.

Come si trascorre il tempo libero a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, in orbita a circa 400 Km dalla Terra? Giocando a ping pong, ovviamente. Non con le normali racchette e nemmeno con tavolo, rete o pallina. A mostrarlo è Scott Kelly, astronauta che ha scelto un modo piuttosto bizzarro e divertente per celebrare il suo 300esimo giorno in missione.

Più che di un passatempo vero e proprio, si tratta di un’idea originale ed efficace per spiegare come i liquidi si comportano nello spazio, in totale assenza di gravità o con microgravità. La classica pallina è infatti sostituita in questo caso da una piccola sfera di acqua, espulsa da un contenitore del tutto simile ad una busta per alimenti, mentre al posto delle racchette si utilizzano due pad ricoperti da materiale idrofobico sulla superficie. Il risultato è quello visibile nel filmato in streaming di seguito, decisamente insolito e spettacolare. Il video, per chi dispone di un supporto adeguato (nonché di una buona connessione Internet per lo streaming) può essere visualizzato su YouTube anche in formato Ultra HD, ovvero su monitor, display e televisori con pannello a risoluzione 4K.

Si ricorda che Kelly è lo stesso astronauta curatore del progetto di cui si è parlato nei giorni scorsi proprio su queste pagine, che ha permesso di far nascere un fiore a bordo della ISS, ricorrendo al proprio pollice verde. Un programma complesso e con finalità a lungo termine, avviato per poter arrivare un giorno ad assicurare la completa autosufficienza dell’equipaggio durante le missioni di esplorazione spaziale lontano dalla Terra, come nel caso di ExoMars, laddove non è possibile intervenire periodicamente per la fornitura dei viveri. In altre parole, un po’ quanto fatto dal protagonista del film “Sopravvissuto: The Martian”.

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