Prevale l'ottimismo su robot e IA, meno sul lavoro

Secondo un nuovo rapporto su Robot, Intelligenza artificiale e lavoro in Italia, per l’89% degli italiani le macchine non potranno mai sostituire l’uomo.
Secondo un nuovo rapporto su Robot, Intelligenza artificiale e lavoro in Italia, per l’89% degli italiani le macchine non potranno mai sostituire l’uomo.

Sono disponibili i dati del Secondo Rapporto AIDP-LABLAW 2019 a cura di DOXA su Robot, Intelligenza artificiale e lavoro in Italia e subito emerge che coloro che già utilizzano le nuove tecnologie sono i più ottimisti rispetto a chi le conosce meno. Per il 94% del campione l’utilizzo dei robot e dell’IA ha portato a scoperte e risultati un tempo impensabili, per l’89% è necessario per svolgere le attività troppo faticose e pericolose per l’uomo e non potrà mai sostituire completamente l’intervento degli esseri umani.

Inoltre l’uso dei robot contribuisce a migliorare il benessere e la qualità della vita (87%). Il 92% pensa che sia necessario lo sviluppo di nuove leggi e normative, capaci di regolamentare la materia. Le impressioni negative sono però sul lavoro: per il 70% del campione provocherà la perdita di molti posti di lavoro e per il 50% rischia di portare al predominio delle macchine sull’uomo.

Insomma prevale un sentimento positivo verso le potenzialità delle nuove tecnologie, ma ci sono ancora importanti percentuali di persone che dimostrano paure e preoccupazioni. Il rapporto ha fatto anche l’identikit dell’italiano tipo più interessato e con maggiori conoscenze sull’intelligenza artificiale e la robotica, l’italiano 4.0: ha sotto i 35 anni, maschio, con un elevato titolo di studio, appartenente alla classe dirigente e residente nel Sud e nelle Isole.

In ogni caso prevale l’ottimismo: il 92% esprime un parere positivo associato all’intelligenza artificiale e alla robotica come curiosità, interesse e opportunità, e solo il 36% esprime un’associazione negativa come preoccupazione, perplessità e timore. Si conferma un approccio maggiormente positivo tra coloro che hanno già utilizzato questi sistemi (94%) contro coloro che non li hanno utilizzati (38%). Bisogna notare che il titolo di studio incide relativamente sull’atteggiamento verso le nuove tecnologie: il 95% dei soggetti con scolarità elevata e il 90% di chi ha titoli medio bassi esprimono un sentiment positivo.

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