Red Devils, cartellino rosso ai social network

Il Manchester United ha chiuso tutti gli account su Twitter e Facebook dei propri giocatori ed ha annunciato che non ne saranno aperti di nuovi. I social network sono quindi in fuorigioco, il tutto probabilmente per difendere gli introiti e lo spogliatoio
Il Manchester United ha chiuso tutti gli account su Twitter e Facebook dei propri giocatori ed ha annunciato che non ne saranno aperti di nuovi. I social network sono quindi in fuorigioco, il tutto probabilmente per difendere gli introiti e lo spogliatoio

Il Manchester United intende mettere le cose in chiaro e con un comunicato ufficiale ha indicato ai tifosi di diffidare da qualsiasi sito o account che possa fare riferimento a qualche componente dei Red Devils. I calciatori della squadra di sir Alex Ferguson, infatti, non hanno e non avranno alcun rapporto con Facebook o Twitter e qualsiasi account che si spaccia per un componente della squadra verrà pertanto perseguito come un falso.

Il comunicato non indica di per sé la proibizione all’uso dei social network, ma il divieto è tra le righe: «I fans che incontreranno siti web che si propongono come curati da giocatori dello United devono trattare tali siti con estremo scetticismo. Ogni notizia ufficiale relativa al Manchester United o i suoi giocatori verrà comunicata attraverso ManUtd.com». Nessun sito, nessun profilo e nessun account potrà dunque completare quella che è la comunicazione gestita centralmente dal team inglese.

Non solo non verranno aperti account validi, ma sono anche stati chiusi quelli attivi in passato. Come accertato da epltalk.com, infatti, gli account Twitter di Wayne Rooney, Ryan Giggs e Darren Fletcher, nonché le pagine Facebook di Wes Brown, Ryan Giggs e Rio Ferdinand, sarebbero state recentemente chiuse (non è dato a sapersi se per imposizione al giocatore o se in conseguenza di attività terze indebitamente attribuite ai giocatori).

Le cause dell’iniziativa del Manchester United possono essere di vario tipo. In primis la scelta potrebbe essere dettata dalla necessità di tenere unite le fila in un momento delicato per la storica società: parte della tifoseria è in rivolta contro la proprietà e chiede all’icona Eric Cantona di intervenire come capofila della rivolta; il derby con il Manchester City di Tevez e Mancini è stato perso 2-1; il Chelsea sta scappando in Premier League; tutti indizi di un momento particolare che sui social network potrebbe eventualmente sfuggire di mano. Altra possibile motivazione è meramente economica: disperdere il marchio sui social network significa minor monetizzazione e minor controllo delle attività di comunicazione.

La Premier League è il campionato che più di ogni altro ha fatto dei diritti televisivi e del merchandising una miniera d’oro in grado di portare la Lega inglese ai massimi livelli ormai da tempo. Internet, però, potrebbe rappresentare in qualche modo una minaccia anche per una società storica e rocciosa come il Manchester United. Ai Red Devils sarà ora vietato l’uso di strumenti social in ottemperanza alle regole del gruppo, segnando così una maggior distanza nei confronti di quella tifoseria che invece sta chiedendo una azione esattamente contraria. Il protezionismo dall’invadenza dei social network nel sacro spazio dello spogliatoio potrebbe non essere un buon modo per rifuggire alle difficoltà.

I giocatori del Sunderland hanno scelto infatti una via opposta e la pagina Twitter di Darren Bent è oggi un cult da 30 mila follower, tanto che il simbolo del social network è finito addirittura sugli scarpini Umbro Speciali del giocatore.

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