Renault, un altro dieselgate?

Per la Renault si paventa lo spettro del dieselgate; perquisite alcune fabbriche per verificare l'esistenza di un software che modificherebbe le emissioni
Per la Renault si paventa lo spettro del dieselgate; perquisite alcune fabbriche per verificare l'esistenza di un software che modificherebbe le emissioni

Renault come Volkswagen? Agenti francesi della divisione anti frode hanno perquisito nei giorni scorsi alcuni impianti produttivi dell’azienda automobilistica francese. Secondo le prime ricostruzioni, dopo che la notizia è stata diffusa dal sindacato Cgt della fabbrica di Lardy, l’ipotesi investigativa che avrebbe fatto scattare le perquisizioni sarebbe da ricercarsi nel sospetto che anche la Renault adotti uno speciale software per alcuni modelli dei suoi motori diesel che consentirebbe di alterare le analisi sulle emissioni di gas.

Si tratterebbe, insomma, di un sistema molto simile a quello adottato dalla Volkswagen per alcuni modelli dei suoi modelli diesel. Le forze dell’ordine avrebbero sequestrato numerosi computer dei dirigenti. A seguito della diffusione della notizia di un possibile nuovo dieselgate, il titolo della Renault è letteralmente crollato in borsa arrivando a perdere anche il 20%. Crollo che ha pesato moltissimo sull’intero comparto delle aziende automobilistiche che ha fato segnare pesanti ribassi. Per Renault si tratterebbe della peggior seduta in borsa dal 17 novembre 1994. Con il tonfo odierno, il titolo dell’azienda francese ha bruciato circa 5 miliardi di capitalizzazione.

Il timore degli analisti è che altri costruttori possano essere stati oggetti di indagini da parte dell autorità, un timore che starebbe portando a picco i titoli dei maggiori costruttori di automobili.

La società ha confermato le perquisizioni evidenziando che le forze dell’ordine hanno condotto anche alcuni controlli extra nelle fabbriche. Secondo la società, i test in corso non avrebbero evidenziato meccanismi falsificati sulle emissioni.

Renault, del resto, dopo lo scandalo Volkswagen, aveva annunciato lo scorso mese di dicembre un corposo piano di investimenti di ben 50 milioni di euro per ridurre lo scarto tra le emissioni delle proprie vetture in sede di omologazione ed in condizioni reali.

Dal canto loro, gli investigatori avrebbero messo sotto la lente d’ingrandimento il motore turbodiesel Energy 1.6 dCi offerto in due livelli di potenza (130 e 160 cavalli ), che equipaggia alcuni modelli del gruppo Renault-Nissan come Renault Espace e Nissan Qashqai ma anche vetture del gruppo Daimler come la Mercedes Classe C.

Curiosamente, questo motore sarebbe dotato della centralina elettronica Bosch Edc17 della stessa famiglia di quella utilizzata da Volkswagen nei suoi motori EA 189 coinvolti nello scandalo delle emissioni.

Lo scandalo Volkswagen

A fine settembre, la EPA (Environmental Protection Agency), accusò la Volkswagen di utilizzare un software che modificava i parametri di alcuni motori diesel per ridurne le emissioni in sede di verifica. Quando il software entrava in funzione, il motore riduceva le emissioni inquinanti di circa il 40% permettendo così di rientrare nei limiti di legge.

Lo scandalo, ribattezzato poi dieselgate, è costato molti miliardi di dollari all’azienda ed ha causato un vero e proprio terremoto nel settore automobilistico.

Le discrepanze tra i valori determinati in laboratorio e sulla strada sono state scoperte dal gruppo di ricerca International Council on Clean Transportation e quindi segnalate all’agenzia statunitense che poi ha aperto l’indagine.

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