Rivolta di piazza in Spagna, partita dal Web

In Spagna scoppia una rivoluzione giovanile, tutta incentrata sui social network. Il modello nordafricano è sbarcato in Europa.
In Spagna scoppia una rivoluzione giovanile, tutta incentrata sui social network. Il modello nordafricano è sbarcato in Europa.

Il fenomeno delle proteste organizzate dei giovani contro i loro governi ha intaccato la sonnolenta Europa. Le notizie che stanno arrivando dalla Spagna sono eccezionalmente simili a quelle dell’Egitto e della Tunisia. Si chiama Democracia Real Ya ed è nata sui social network.

Da tre giorni migliaia di giovani sono riversi nelle strade e nelle piazze della penisola iberica per protestare contro una società che ritengono troppo corrotta e disinteressata ai loro problemi. Al grido di “non pagheremo i conti della vostra crisi”, si sono contattati su Twitter, tramite l’hashtag #spanishrevolution (il modo in cui possiamo seguire istante per istante questi avvenimenti), si sono ritrovati negli spazi pubblici delle città e non hanno intenzione di andarsene fino alle elezioni amministrative del 21 maggio.

Com’è noto, la Spagna soffre di un tasso di disoccupazione giovanile incredibilmente alto, al 45%, situazione non più sostenibile. Questo causerà una nuova piazza Tahrir? Difficile dirlo, ma certamente la plaza Puerta del Sol a Madrid sta diventando di ora in ora il simbolo di una protesta che non ha intenzione di cedere. E non c’è tenda o cartello che non riporti un account, un indirizzo mail, o un hashtag come #campadasol, quello dedicato alla piazza.

Sicuramente, anche questa possibile rivoluzione ha tutte le caratteristiche notate in nordafrica: forte componente spontanea, metodo non-violento (quello che ha raccolto il plauso del “Time” convincendolo a nominare l’ex ingegnere di Google Whael Ghonim uomo più influente del 2011) e naturalmente forte e innovativo uso dei social network e dei tools della Rete.

Oltre a blog, condivisione su Facebook e tweet, il movimento spagnolo ha pubblicato un documento in cui elabora le sue ragioni giustificando così la presenza in piazza, che sarebbe illegale. E dove l’ha scritto? Su Google Docs: forse il primo manifesto politico cloud che si sia mai visto.

C’è anche una copertura degli eventi in streaming su Agora Video, che permette di vedere coi propri occhi quel che sta accadendo. Molto utile, se si considera che fino a questo momento i grandi media italiani non hanno dedicato una sola riga a questi fatti.

Il modello nordafricano che sbarca in Europa è probabilmente una notizia imbarazzante, che costringe le classi dirigenti a fare un serio esame di coscienza.

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