Spotify ricorda Winamp con Spotiamp

Spotify ricorda Winamp con un software che ne simula l'azione utilizzando però le playlist del servizio invece dei tradizionali MP3.
Spotify ricorda Winamp con un software che ne simula l'azione utilizzando però le playlist del servizio invece dei tradizionali MP3.

Nel giorno in cui Winamp vede scorrere i titoli di coda, Spotify va ad omaggiarne il glorioso passato con una release a metà tra il celebrativo ed il sarcastico. Il gruppo ha annunciato infatti Spotiamp, un music player a disposizione dei propri utenti e tracciato sulla falsa riga del player che diventa storia.

La storia di Winamp è nota e la sua chiusura ha destato non poca nostalgia in chi lo ha utilizzato a suo tempo compiendo i primi passi nel mondo MP3. Tuttavia era un destino segnato: il software ha poco alla volta lasciato spazio al modello iTunes prima ed ai nuovi servizi streaming ora, evolvendo in modo molto rapido un sistema che attorno a Winamp aveva costruito le basi della rivoluzione musicale in digitale. La cessione da parte di AOL a Microsoft o altri potenziali acquirenti sembra ormai sfumata definitivamente, il che chiude le porte a possibili colpi di coda per il rilancio, quanto meno, del brand e del fascino che ancora nutre in un certo target.

Interfaccia Spotiamp

Interfaccia Spotiamp

Spotiamp altro non è se non la riproduzione di quel che Winamp sapeva fare, basato però non su una collezione proprietaria di file, ma bensì su playlist fornite da Spotify. L’accesso a Spotiamp è riservato agli abbonati Spotify Premium. L’installer richiede un download da 411KB.

Il sarcasmo dell’omaggio è tutto in una nota finale allegata all’annuncio del servizio: un semplice “PS. We are hiring :)” non può che essere letto in tono ironico se unito ad un post celebrativo per un rivale che scompare. Il passato chiude, il presente assume: è la storia che si ripete, in questo caso rottamando un software che ha creato un impero e sul quale ora siedono i nuovi ambiziosi servizi online. La cui sostenibilità economica, però, rimane ancora ben più fragile di quanto la loro grandezza non lasci ipotizzare.

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