E se gli umani rubassero il lavoro all'IA?

Succede a Google Duplex che avrebbe dovuto rimpiazzare il lavoro degli esseri umani e invece sta accadendo il contrario: il 25% delle volte l'IA non va.
E se gli umani rubassero il lavoro all'IA?
Succede a Google Duplex che avrebbe dovuto rimpiazzare il lavoro degli esseri umani e invece sta accadendo il contrario: il 25% delle volte l'IA non va.

Duplex, il servizio di Google basato sull’intelligenza artificiale che prenota ristoranti al posto degli utenti in carne e ossa, non funziona come dovrebbe. E, colpo di scena, per questo viene rimpiazzato dagli esseri umani. Ci avresti scommesso? Io no, sinceramente. La scoperta arriva dal New York Times, che ha spiegato come nel 25% delle conversazioni delegate a Duplex, i dipendenti al lavoro sulla piattaforma hanno dovuto intervenire in prima persona, riprendendo il dialogo e interponendosi all’ingaggio dell’IA. E il giornale americano ha anche appreso che in un ulteriore 15% dei casi, la prenotazione non va a buon fine, proprio per colpa di problemi di incomprensione.

Il Times ipotizza che avere degli aiutanti umani che fanno chiamate per conto dell’IA possa semplificare ad addestrare il sistema, insegnandogli come affrontare domande di follow-up inaspettate. Ma poiché Duplex è progettato per suonare come un essere umano, con pause  come “eh” e “ah”, questa rivelazione apre a scenari ancora più complessi, in cui umani e IA si scambiano durante la conversazione, teoricamente ingannando ancora di più l’interlocutore.

Quindi che sta succedendo cara la mia Big G? Pare che la società stia cercando di abituare il mondo, a poco a poco, all’intervento di Duplex perché, al contrario, un’entrata tout-court potrebbe peggiorare l’esperienza. Il che ha un senso: Big G non vuole che il dialogo con la sua IA venga approcciato in maniera diversa rispetto ad uno con persone vere e proprie. Altrimenti, ristoranti, parrucchieri e quant’altro, potrebbero dialogare quasi come se fossero nel cospetto di un robot e creare due filoni di comunicazione differenti. Proprio ciò che Google vuole evitare nell’ottica di una profonda integrazione con la società.

Giusto o sbagliato? Difficile dirlo ma di certo i proclami di Duplex sono andati un po’ oltre una reale messa in opera, concreta e definita. Che l’IA debba sfruttare pienamente il machine e il deep learning è un fatto, che necessiti di un continuo intervento dal team di Google, un po’ meno chiaro e appagante. Pare che la corsa alla novità finisca, sempre più spesso, per bruciare le tappe. Succede nel campo hardware così come in quello software. La questione del Galaxy Fold è solo un esempio tra i tanti. Duplex è decisamente una tecnologia interessante che, tuttavia, si delinea come più umana di quanto potesse sembrare, con un periodo di training ulteriore, che ne allontana un avvento finale in tempi brevi.

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