USA, non avrete il mio account

Pronto ad aprire la tua bacheca alla polizia aeroportuale statunitense? Meglio darle una pulita e cancellare quei post contro il governo USA.
Pronto ad aprire la tua bacheca alla polizia aeroportuale statunitense? Meglio darle una pulita e cancellare quei post contro il governo USA.

Turista verso gli Stati Uniti? No Facebook o Twitter ? Ahi ahi ahi ahi. No, non siamo in una pubblicità degli anni ’80 ma negli Stati Uniti dell’era Trump, dove Black Mirror è realtà, o quasi. I piani di associare le informazioni provenienti dai social media ai documenti di viaggio, per chi entra o esce dagli Stati Uniti, erano balzati agli onori della cronaca nel 2017 e oggi tornano prepotentemente in scena.

Quella pazza idea, figlia della società iperconnessa, sarà presto una proposta di legge, come affermano alcune fonti negli States. The Hill è il sito che, prima degli altri, si dice certo dell’avverarsi di un simile progetto, che viene spiegato persino nei dettagli.

Prima di tutto, a finire nel calderone degli account controllabili non saranno solo i più grandi, come Facebook, Twitter e Instagram, ma anche gli altri, quelli “verticali”, magari dedicati ai professionisti, alle casalinghe in cerca dell’ultima ricetta o degli hobbisti. Il tutto reso possibile da un’interfaccia della polizia che permetterà di scegliere, da un menu a tendina i dati disponibili online. E non solo: per incentivare questa sorta di “gamification” della propria identità digitale, in fase di scanning, ognuno potrà fornire ulteriori informazioni, da aggiungere al profilo per la polizia, quasi come fossimo su un aggregatore, che ne so, del tipo About.me.

La cronologia nelle mani degli Stati Uniti sarà di almeno cinque anni, nel caso di account con un’esistenza pari o più lunga del quinquennio. Ovviamente, nei casi di profili più giovani, resterà tutto a disposizione. E, qualora gli elementi online non soddisfino gli organi di controllo, si dovranno fornire anche indirizzi email, numeri di telefono e dettagli sul perché e il come del viaggio, anche se tutto ciò è già previsto dalle procedure tradizionali.

Quello che mi chiedo è l’obiettivo di tale mossa, quale fine specifico. Eliminare gli estremisti e vietarne un accesso negli States? Come se nel 2019 tali individui fossero tranquillamente rintracciabili online. Non vi viene il dubbio che i terroristi possano mentire e negare di avere un account sui social media? Chi obbliga chi ad aprirsi un profilo su Facebook? Non a tutti piace creare stories per mettere i mostra le nuove scarpe o i nuovi occhiali, figuriamoci il nuovo kalashnikov.

Fare affidamento sull’onestà dei criminali puzza un po’ di presa in giro e sembra abbastanza un azzardo, mentre i cittadini rispettosi della legge dovranno affrontare un processo più lungo e un sondaggio alquanto invasivo in fase di ingresso negli Stati Uniti. Niente che la NSA non faccia già, ma almeno con un po’ di indiscrezione.

E allora…#buongiornounCaffo

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