Web 2.0. Ma se non esiste?

In un post, di un mesetto fa, che forse avrebbe potuto ricevere maggiore attenzione, Marc Andreseen spiegava “perchè quella cosa che chiamiamo il web2.0 non esiste“.

Il post, tra i vari pregi, ha quello di includere un link alla prima definizione di web2.0 (quella “originale Tim O’Really, 2005).

Marc ripercorre la storia, breve ma ricchissima, del concetto, e delle sue declinazioni pratiche.

Traduco dall’inglese un passaggio chiave (ma il post intero vale i dieci minuti necessari):

Non puoi fondare un’azienda basandoti su un trend. I trend sono ovvi, e non ci sono opportunità per una start-up nell’ovvio. Devi creare un’azienda basandoti su un nuovo tipo di prodotto (o servizio, uso i termini in modo interscambiabile), e devi portare quel prodotto a un mercato.

Francamente non importa quali tendenze, o quali percorsi di design, incorpori nel tuo prodotto. Se il tuo prodotto soddisfa dei bisogni del mercato, allora avrà successo. In caso contrario, fallirà. Davvero, non è molto più complicato che così.

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