Wind Tre potrebbe vendere le antenne

Wind Tre potrebbe mettere sul mercato le sue torri di trasmissione; obiettivo quello di ridurre il proprio debito.
Wind Tre potrebbe mettere sul mercato le sue torri di trasmissione; obiettivo quello di ridurre il proprio debito.

Wind Tre potrebbe vendere le sue torri di trasmissione. L’indiscrezione arriva da Bloomberg che evidenzia come CK Hutchison Holdings Ltd. che controlla il 100% dell’operatore, stia valutando la possibilità di vendere le torri di trasmissione per ridurre il proprio debito che era cresciuto proprio a seguito dell’operazione che aveva permesso di acquistare il pieno controllo di Wind Tre.

Trattasi di una notizia clamorosa che apre le porte a moltissimi scenari. Questo progetto, però, non deve assolutamente spaventare i clienti Wind Tre. L’eventuale vendita delle torri di trasmissione non significa assolutamente la fine dell’operatore o una sua messa in vendita. La vendita delle torri di trasmissione è una prassi consolidata per molti operatori del settore. Wind Tre, infatti, continuerebbe a poter usufruire dei suoi ripetitori. Quello che cambierebbe è che spetterebbe ad un soggetto esterno gestirle. Dunque, i tralicci potrebbero essere affittati anche ad altre realtà, non strettamente collegate alla telefonia mobile, che cercano siti per installare i loro ripetitori.

Trattasi di un business molto interessante che potrebbe attirare diverse realtà tra cui fondi di investimento. Il progetto, riporta la fonte, è ancora all’inizio e non è detto nemmeno che arrivi in porto. Tra le ulteriori opzioni allo studio ci sarebbe anche una vendita di una quota di minoranza delle torri di trasmissione.

Sicuramente se ne saprà di più nel corso dei prossimi mesi ma sembra che CK Hutchison Holdings Ltd. si sia posta l’obiettivo di ricavare circa 1 miliardo di dollari da questo progetto.

Operazione che servirebbe non solo a diminuire il debito cresciuto a causa dell’investimento per avere il pieno controllo di Wind Tre ma anche a compensare le spese dovute alla recente asta per il 5G che è costata molto a tutti gli operatori italiani.

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