Al via il progetto di Google a tutela dell'infanzia

Alcuni sviluppatori di Google hanno implementato nuove soluzioni per contrastare gli abusi sui minori e la pedopornografia online. Gli applicativi consentiranno una gestione più rapida e precisa dei database sviluppati dalle associazioni per l'infanzia
Alcuni sviluppatori di Google hanno implementato nuove soluzioni per contrastare gli abusi sui minori e la pedopornografia online. Gli applicativi consentiranno una gestione più rapida e precisa dei database sviluppati dalle associazioni per l'infanzia

Era stato sviluppato per identificare con maggiore rapidità i video coperti da copyright su YouTube, ma sarà presto utilizzato per rintracciare negli sterminati database delle associazioni a difesa dell’infanzia i bambini scomparsi. A distanza di circa un anno e mezzo dall’accordo raggiunto con la Technology Coalition Against Child Pornography, il primo programma concreto di Google per il progetto ha visto finalmente la luce dopo una lunga e travagliata implementazione. Nel corso degli ultimi 18 mesi, alcuni tecnici di Mountain View hanno lavorato alacremente per fornire supporto al National Center for Missin & Exploited Children (NCMEC), una delle più grandi associazioni americane dedite alla tutela dell’infanzia dagli abusi e dai maltrattamenti.

Utilizzando il 20% del loro tempo lavorativo, concesso da Google ai propri impiegati per sviluppare in completa autonomia nuovi progetti e applicazioni software, un gruppo di programmatori ha pazientemente modificato i programmi utilizzati da YouTube per monitorare i propri video, creando un pacchetto di soluzioni specificatamente studiate per il NCMEC. L’associazione statunitense potrà ora utilizzare gli applicativi di Mountain View per velocizzare sensibilmente la gestione dei suoi immensi database, senza rinunciare a quella accuratezza che in venti anni di storia ha consentito di tutelare e salvare decine di migliaia di bambini.

Attraverso la sua opera di tutela verso i minori, il NCMEC ha raccolto una considerevole mole di dati, stimabili in circa 13 milioni di file tra immagini e video di carattere pedopornografico. Per identificare e trarre in salvo i bambini, gli esperti del centro devono visionare ogni giorno fotografie e ore ed ore di filmati aberranti generalmente rinvenuti sul mercato nero. Un lavoro estremamente stressante, non solo per l’alto volume di materiale da ispezionare, ma soprattutto per i contenuti molto crudi e triviali.

Il nuovo software implementato dal team guidato da Shumeet Baluja sarà in grado di scansionare automaticamente i numerosi tipi di materiali raccolti dal NCMEC, filmati compresi. L’associazione potrà così creare un database estremamente plastico e in grado di fornire risposte più accurate nelle fasi di consultazione, accorciando sensibilmente i tempi di indagine e, si spera in molti casi, le sofferenze delle piccole vittime.

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