Dal Garante le regole per la tecnologia a scuola

Tablet e smartphone possono essere liberamente usati a scuola quando utili a registrare le lezioni: il Garante vieta l'abuso, non lo strumento in sé.
Tablet e smartphone possono essere liberamente usati a scuola quando utili a registrare le lezioni: il Garante vieta l'abuso, non lo strumento in sé.

Il Garante per la Privacy ha diramato una serie di regole che fanno da punto di partenza per il nuovo anno scolastico che andrà a cominciare nelle prossime settimane. In particolare il testo prevede anche regole precise per quanto concerne l’uso della tecnologia all’interno degli istituti e durante le lezioni, pur lasciando sempre e comunque potere discrezionale alle singole realtà.

Ogni scuola, insomma, potrà diramare regole proprie. Il Garante per la Protezione dei Dati Personali funge però da punto di riferimento, istituendo una serie di principi generali sui quali basare ogni riflessione successiva. Le regole affrontano argomenti vari, dalle gite scolastiche alle mense, dai temi in classe all’uso dei telefonini, ed il primo riferimento al mondo della tecnologia è nello specifico quello probabilmente più “caldo”: l’uso di smartphone e tablet nelle ore di lezione. Chi si aspetta un superficiale “no” dovrà ricredersi, poiché il Garante dimostra una concezione matura dei nuovi strumenti della tecnologia arrivando ad autorizzare gli strumenti quando l’uso che ne vien fatto non si fa ostruzione alle attività scolastiche in corso:

L’uso di cellulari e smartphone è in genere consentito per fini strettamente personali, ad esempio per registrare le lezioni, e sempre nel rispetto delle persone. Spetta comunque agli istituti scolastici decidere nella loro autonomia come regolamentare o se vietare del tutto l’uso dei cellulari.

Nella pratica diviene difficile capire quando e come uno strumento venga usato per registrare o per leggere notifiche in arrivo, ma la regola è chiara e fa appello ad una sorta di capacità di autoregolamentazione dei ragazzi: l’istituzione non vieta lo strumento, ma vieta il suo abuso. La regola non ammette ignoranza, nemmeno quando in ballo v’è l’uso di uno smartphone, poiché la tecnologia può e deve diventare strumento di studio oltre a mero oggetto di comunicazione, gioco e social networking. Inoltre:

Non si possono diffondere immagini, video o foto sul web se non con il consenso delle persone riprese. È bene ricordare che la diffusione di filmati e foto che ledono la riservatezza e la dignità delle persone può far incorrere lo studente in sanzioni disciplinari e pecuniarie o perfino in veri e propri reati. Stesse cautele vanno previste per l’uso dei tablet, se usati a fini di registrazione e non soltanto per fini didattici o per consultare in classe libri elettronici e testi on line.

Il riferimento alle riprese video con strumenti privati di comunicazione è doveroso e propedeutico ad evitare casi quali quelli avvenuti in passato, quando l’uso della fotocamera di un telefonino è divenuta strumento di bullismo e la rete si è fatta portatrice del triste gioco inconsapevole di adolescenti non sufficientemente maturi nel loro rapporto con la tecnologia e con l’etica.

Un cenno molto più generico e meno indicativo è quello relativo alle pagelle elettroniche, i cui lavori di definizione sono ancora in atto e per le quali vige quindi ancora eccessiva confusione. L’appello del Garante è semplicemente al buon senso ed all’attenzione:

In attesa di poter esprimere il previsto parere sui provvedimenti attuativi del Ministero dell’istruzione riguardo all’iscrizione on line degli studenti, all’adozione dei registri on line e alla consultazione della pagella via web, il Garante auspica l’adozione di adeguate misure di sicurezza a protezione dei dati.

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