Google I/O 2015: self-driving car e Project Loon

Nel corso dell'evento I/O 2015 in scena a San Francisco, Google ha parlato di due dei suoi progetti più ambiziosi: la self-driving car e Project Loon.
Nel corso dell'evento I/O 2015 in scena a San Francisco, Google ha parlato di due dei suoi progetti più ambiziosi: la self-driving car e Project Loon.

In conclusione del keynote che ha aperto il Google I/O 2015, il gruppo di Mountain View ha parlato di due tra i suoi progetti più ambiziosi mai messi in campo. Due tecnologie che non hanno quasi nulla a che vedere con il motore di ricerca, ancora oggi core business dell’intera azienda, ma che proiettano bigG verso un futuro sempre più smart, connesso e in cui si potrà fare affidamento sulle più avanzate soluzioni hi-tech.

Il primo riferimento è all’auto a guida autonoma sulla quale Google sta lavorando ormai da anni, perfezionando un sistema capace di sostituire un conducente in carne ed ossa, garantendo un livello di sicurezza impeccabile. O quasi. L’altro è Loon, iniziativa dal taglio avveniristico che mira a combattere la piaga del digital divide mediante l’utilizzo di palloni aerostatici, che una volta spediti in orbita possono rimbalzare al suolo il segnale necessario per connettersi a Internet. Nell’occasione non sono state annunciate novità, ma bigG ha comunque confermato l’intenzione di proseguire puntando forte sui due progetti.

Google e la guida autonoma

Ormai pronta per fare il suo debutto nel traffico cittadino, la vettura di Google a guida autonoma ha percorso fino ad oggi oltre un milione di miglia durante la fase di test. Il prototipo visto in azione è equipaggiato con un complesso sistema di sensori e videocamere che monitorano la strada nei pressi del veicolo, con i dati raccolti che vengono poi elaborati in tempo reale da un software a prova d’errore. Al momento non è chiaro se l’azienda abbia intenzione di concedere la tecnologia in licenza agli automaker una volta pronta per il mercato.

Project Loon

Project Loon, come già detto, connette i territori non coperti da banda larga inviando a terra un segnale da 10 Mbps mediante palloni aerostatici. La sperimentazione condotta fino ad oggi ha restituito risultati decisamente incoraggianti: un solo trasmettitore può restare in volo oltre 100 giorni, essendo controllato da remoto con la possibilità di stabilirne la posizione con uno scarto di non oltre 500 metri. Infine, più palloni possono essere collegati in modalità wireless tra loro per coprire zone molto vaste. Per il futuro sono previste nuove partnership con gli operatori locali per estendere la portata del servizio.

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