Honor 8 provato in anteprima

In occasione della presentazione parigina, è stato possibile testare in anteprima Honor 8 e discutere di strategia con il Presidente dell’azienda cinese.
In occasione della presentazione parigina, è stato possibile testare in anteprima Honor 8 e discutere di strategia con il Presidente dell’azienda cinese.

Dedicato fin dalla nascita ai digital natives e ai millennials, il marchio Honor punta a fare sua la leadership nel mercato mirato ai giovani e ai “giovani dentro”, lanciando prodotti sempre più evoluti e accattivanti, pur tenendo fede alla propria filosofia fondata su tre pilastri: rapporto qualità/prezzo, vendita via Internet e fanbase.

Con il nuovissimo Honor 8, il marchio derivato di Huawei ha ulteriormente alzato l’asticella in tal senso, proponendo un dispositivo non solo performante in molti ambiti, ma anche dal sicuro appeal estetico. E lo ha fatto così bene da far nascere persino il sospetto che Honor stia finendo col fare concorrenza alla stessa Huawei, avendo registrato una crescita vertiginosa a livello globale: oltre 100 milioni di fan e più di 80 milioni di utenti, sparsi in tutto il mondo.

Oggi, Honor vuole avvicinarsi ancor più al proprio pubblico (prevalentemente nella fascia 18-35), valorizzando aspetti quali musica, moda, sport, giochi, tecnologia e design, che sono fra i temi più importanti per gli utenti mobile di oggi. Lo fa non solo realizzando dispositivi performanti, ma rafforzando anche il senso di community nei suoi utenti, tramite eventi e spettacoli organizzati appositamente per i fan in 23 paesi, promuovendo competizioni sportive e online, nonché con sponsorizzazioni e partnership di assoluto livello quali Marvel, Gameloft, Deezer, Shazam, Opera e Amazon, tanto per citarne alcune.

Honor 8: design, qualità fotografica e potenza

Per creare un prodotto come Honor 8, il produttore cinese ha puntato su tre fattori: innovazione, qualità e stile. A questi ha unito la valorizzazione di aspetti ritenuti essenziali dal pubblico mobile quali connettività, velocità e interattività. La formula pare funzionare dato che, al momento del lancio cinese, che ha anticipato di quattro giorni quello globale, sono state vendute 280 mila unità in sole 4 ore.

D’altronde, che si tratti di uno smartphone dal forte appeal è innegabile. Basta guardarlo per restare affascinati, con la sua scocca sottile e smussata tanto ai bordi e sugli angoli quanto nella transizione da un materiale all’altro (ricorda il Huawei P9, ma confrontandoli si notano angoli più tondi nel Honor 8) e, soprattutto, con il retro in vetro riflettente composto da ben 15 strati. Disponibile in quattro colorazioni (sapphire blue, pearl white, sunrise gold e midnight black), Honor 8 è anche attento all’ambiente, forte del certificato UL110 platinum.

Sempre osservando il retro, fanno bella mostra di sé due obiettivi (da 12 megapixel ciascuno, con sensori Sony IMX286, uno RGB e uno monocromo), proprio come nel P9 ma qui privi della certificazione Leica, e il sensore di impronte digitali (per l’occasione dotato della nuova tecnologia 3D che riconosce anche la profondità dei solchi cutanei delle impronte per una maggiore sicurezza).

Dal punto di vista multimediale, spicca senz’altro la capacità fotografica. Gli obbiettivi del Honor 8 offrono infatti una buonissima qualità degli scatti (impressione avuta in fase di hands-on che sarà approfondita nella recensione), un’apertura fra f/0.95 e f/16, un’interfaccia evoluta con controlli avanzati per i più esperti di fotografia e la possibilità di agire su profondità di campo (e quindi punto di messa a fuoco) e apertura anche post scatto. Inoltre, giocando sui tempi, ci si può sbizzarrire con funzioni di light painting. La fotocamere frontale, invece, è da 8 megapixel e sfrutta l’elevata sensibilità alla luce per scattare selfie piuttosto nitidi pure di notte, anche senza l’ausilio del flash. Non da meno, lo schermo NTCS da 5,2 pollici Full HD, che restituisce colori saturi e bianchi e neri bilanciati.

Al suo interno, batte il cuore di Android 6.0 Marshmallow con interfaccia EMUI 4.1, sostenuto da un processore Kirin 950, noto per l’ottimo rapporto fra potenza e consumi, 4 GB di RAM e, a scelta, 64 o 32 GB di ROM (espandibili tramite microSD). Avendo a cuore anche l’autonomia, Honor 8 ospita un secondo processore (i5), dedicato al riconoscimento vocale, al contapassi e alla riproduzione audio, e una batteria da 3000 mAh con ricarica veloce in 10 minuti.

Non manca la piena connettività, come anticipato: 4G LTE dual SIM con smart switching, Wi-Fi+ 3.0 (anch’esso con dual antenna switching) e Roaming+, NFC e persino la funzione telecomando, configurabile con ben 232.740 dispositivi domestici di varie marche e tipologie.

Il tutto, come da tradizione Honor, a un prezzo davvero molto competitivo: €399 per la versione da 32GB e €449 per quella da 64GB, entrambi già acquistabili sulla piattaforma eCommerce di Huawei, vmall.eu.

L’intervista al Presidente e al Vice Presidente di Honor

A conclusione della presentazione, tenutasi a Parigi, è stato possibile rivolgere alcune domande a George Zhao, Global President di Honor, ed Eva Wimmers, Vice Global President e President West Europe.

Il design molto più ricercato sembra posizionare Honor 8 su un piano diverso rispetto al passato, al punto da assottigliare ulteriormente il confine con Huawei. Questo non dà vita a una competizione interna?

GZ: No. Anzi, resta salda la collaborazione fra le due realtà, ma oggi è ancor più forte l’idea che Honor sia una società a parte, con una filosofia tipica di una Internet Company, che punta a un rapporto diretto e unico con la propria fan base. Se guarda al nostro modello di business con attenzione, capirà che la differenza è netta.

EW: E poi chi ha detto che i giovani vogliono telefoni brutti?

Quindi anche la fase di progettazione vi vede collaborare con Huawei? In effetti, la doppia fotocamera pare indicarlo chiaramente…

GZ: Sul piano tecnologico, senz’altro lavoriamo in collaborazione, condividendo le conoscenze. Ma non sul fronte dello studio di mercato e del design, dove Honor e Huawei operano indipendentemente l’una dall’altra. Ecco, in questo caso potremmo parlare di reale concorrenza.

Data la competizione serrata nel mobile, quali pensa siano i fattori che dovrebbero convincere i giovani utenti a scegliere il marchio Honor invece di un altro?

GZ: Potrei parlare per un’ora intera per rispondere a questa domanda, ma in estrema sintesi si tratta di qualità e design. Abbiamo raggiunto livelli di eccellenza. Oggi, per molti giovani, avere un Honor equivale a uno status sociale.

EW: Inoltre il lavoro fatto dal nostro team di sviluppo ha permesso di offrire al pubblico un’interfaccia molto intuitiva e completa come poche e una fotocamera unica nel suo genere nel mercato rivolto ai nativi digitali.

Dato il successo avuto, pensate di restare chiusi nel settore degli smartphone o anche voi seguirete altre strade, ad esempio verso i dispositivi indossabili?

GZ: Honor è cresciuto molto velocemente, quasi inaspettatamente, per questo non escludiamo altre opportunità di investimento. Anzi, siamo certi del fatto che presto Honor avrà la propria linea di smartwatch, wearable e tablet, ma non è ancora arrivato il momento. Il costo di alcune tecnologie non permette ancora di far fede al nostro impegno di offrire ai giovani prodotti performanti e di qualità ma venduti a un prezzo accessibile.

È forse per questo motivo che non avete pensato di introdurre la ricarica wireless nemmeno per Honor 8?

GZ: In parte, sì. Si tratta di una scelta pratica. Riteniamo la ricarica a induzione ancora troppo lenta e per questo non in grado di soddisfare le esigenze del nostro pubblico, che dice di ritenere la ricarica rapida uno dei fattori più importanti. Un requisito che abbiamo pienamente soddisfatto.

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