Nvidia Xavier, il cervello delle self-driving car

Xavier è un SoC con CPU octa core e GPU Volta che verrà integrato nei futuri veicoli a guida autonoma per elaborare i dati registrati dai sensori.
Xavier è un SoC con CPU octa core e GPU Volta che verrà integrato nei futuri veicoli a guida autonoma per elaborare i dati registrati dai sensori.

Nvidia punta molto sul mercato automotive, come testimoniano i tanti annunci degli ultimi mesi. Il chipmaker californiano vuole soprattutto offrire processori in grado di elaborare rapidamente tutti i dati raccolti dai sensori integrati nelle automobili. Durante la GPU Technology Conference Europe, il CEO Jen-Hsun Huang ha svelato un nuovo SoC per le future self-driving car. Il suo nome è Xavier, definito un supercomputer con intelligenza artificiale.

Xavier è un completo System-on-Chip (SoC) con 7 miliardi di transistor realizzati con processo produttivo FinFET a 16 nanometri. Il chip integra una CPU octa core custom (ARM64) e la nuova GPU Volta a 512 core. Il processore è in grado di eseguire 20 trilioni di operazioni al secondo, consumando solo 20 Watt di potenza. Nvidia afferma che Xavier può sostituire il Drive PX2 configurato con due SoC Parker e due GPU Pascal. Il nuovo chip rispetta gli standard automotive, tra cui le specifiche ISO 26262 relative alla sicurezza funzionale.

Xavier integra ovviamente componenti specifici per le auto a guida autonoma, come il Computer Vision Accelerator e due processori video in grado di elaborare immagini a risoluzione 8K con supporto HDR. I produttori di automobili dovranno però attendere fino al quarto trimestre del 2017 per poter acquistare i primi chip Xavier.

Durante la conferenza, il CEO ha annunciato inoltre una partnership con TomTom che prevede l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per la creazione di un sistema di mappe cloud-to-car. Le self-driving car richiedono mappe in alta risoluzione molto accurate che devono essere aggiornate quasi in tempo reale. TomTom userà il Drive PX2 for AutoCruise per la raccolta dei dati registrati dai sensori e l’upload sul cloud. La tecnologia è simile a quella sviluppata da HERE.

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