Uber-Londra: il mea culpa del CEO Khosrowshahi

La traduzione della lettera aperta scritta dal nuovo CEO di Uber, Dara Khosrowshahi, alla città di Londra: il gruppo a rischio stop nella capitale inglese.
La traduzione della lettera aperta scritta dal nuovo CEO di Uber, Dara Khosrowshahi, alla città di Londra: il gruppo a rischio stop nella capitale inglese.

Uber rischia lo stop a Londra: l’ente che si occupa di regolamentare il sistema dei trasporti nella capitale inglese ha deciso di non rinnovare la licenza necessaria allo svolgimento dell’attività. Immediata la replica del gruppo statunitense, che ha scelto di ricorrere in appello contro la decisione del Transport for London, concedendo così ai propri autisti la possibilità di lavorare almeno finché non verrà emessa una sentenza definitiva sul caso.

Sulla vicenda è intervenuto anche Dara Khosrowshahi, nuovo CEO dell’azienda, con una lettera aperta rivolta a Londra e ai londinesi. Ciò che ne emerge è un significativo cambio di rotta e di atteggiamento rispetto a quanto visto in passato sotto la guida di Travis Kalanick: il neoeletto amministratore delegato apre il suo intervento ringraziando tutti coloro che hanno scelto Uber e il servizio fornito, chiedendo poi perdono per gli errori fin qui commessi, senza ricorrere a scusanti o giri di parole. Il suo è a tutti gli effetti un mea culpa, una necessaria assunzione di responsabilità per una realtà che punta al cambiamento. Ecco la traduzione integrale.

Cari londinesi, vogliamo ringraziare tutti coloro che hanno utilizzato Uber per il supporto fornito nei giorni scorsi. È fantastico ascoltare le vostre storie su come Uber possa migliorare la vita in città: dagli autisti che si affidano alla nostra app per guadagnarsi da vivere ai passeggeri che ci scelgono per tornare a casa in modo sicuro dopo una serata in giro. Sebbene Uber abbia rivoluzionato il modo di spostarsi nelle città di tutto il mondo, è altrettanto vero che abbiamo preso direzioni sbagliate lungo il nostro percorso. A nome dell’intero staff di Uber, a livello globale, chiedo scusa per gli errori commessi.

Khosrowshahi auspica un’apertura da parte delle istituzioni, affinché si possa instaurare una collaborazione di tipo proficuo per tutte le parti in causa: Uber, Londra, i conducenti che offrono il servizio e i passeggeri che ne fruiscono.

Ci appelleremo alla decisione a nome di milioni di londinesi, ma con la convinzione di dover cambiare. Come nuovo CEO di Uber, è mio dovere aiutare il gruppo a scrivere un nuovo capitolo. Non saremo perfetti, ma vi ascolteremo; cercheremo di essere partner di lungo termine per le città in cui forniamo il servizio, portando avanti il nostro business con umiltà, integrità e passione.

La lettera si conclude citando alcune iniziative già messe in campo nella città britannica per favorire un accesso al servizio di mobilità privo di barriere architettoniche e sostenibile dal punto di vista dell’impatto ambientale. La palla passa ora nelle mani del Transport for London, che lo scorso venerdì ha negato a Uber il rinnovo della licenza citando problematiche legate alla sicurezza.

Qui a Londra, abbiamo già iniziato a fare di più per offrire un contributo alla città. Veicoli accessibili alle carrozzine sono già in strada e il nostro Clean Air Plan aiuterà a combattere l’inquinamento. Garantisco il mio impegno a collaborare con Londra perché tutto possa andare al meglio e perché in questa grande città globale si possa viaggiare in modo sicuro.

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