Facebook, giro di vite sulle email pubblicitarie

Gli inserzionisti dovranno certificare che gli indirizzi email utilizzati per le campagne pubblicitarie siano stati ottenuti con il consenso degli utenti.
Gli inserzionisti dovranno certificare che gli indirizzi email utilizzati per le campagne pubblicitarie siano stati ottenuti con il consenso degli utenti.

Facebook continua nel suo lavoro per migliorare la piattaforma a seguito dello scandalo di Cambridge Analytica, ponendo in essere nuove soluzioni che possano migliorare la sicurezza dei dati degli iscritti. Come ultima novità, il social network lancerà uno strumento di certificazione che controllerà che i marketer inviino gli annunci pubblicitari solamente agli indirizzi email che sono stati correttamente ottenuti con il consenso degli utenti.

Questo strumento di certificazione è stato ribattezzato da Facebook “Custom Audiences”. Un portavoce del social network ha sottolineato che agli inserzionisti sarà richiesto di certificare che sia stato ottenuto il consenso dell’utente per l’utilizzo di un suo qualsiasi dato. Facebook impedirà inoltre la condivisione di dati tra gli account aziendali. L’obiettivo di questo nuovo strumento è molto chiaro, soprattutto alla luce del recente scandalo di Cambridge Analytica. Il social network punta a voler evitare che si ripeta in futuro un abuso nella gestione dei dati personali degli iscritti come avvenuto proprio nel recente scandalo in cui è piombato Facebook quando si è appreso che l’app thisisyourdigitallife aveva condiviso senza autorizzazione i dati di ben 50 milioni di iscritti con Cambridge Analytica. Dati che erano stati poi utilizzati per profilare una campagna pubblicitaria ad hoc per le scorse Presidenziali americane.

Sempre nell’ottica di garantire maggiore protezione dei dati degli utenti della piattaforma, Facebook aveva già annunciato ulteriori modifiche. Per esempio, la società ha deciso di spegnere “Partner Categories”. Questo prodotto consentiva agli inserzionisti di utilizzare le informazioni di fornitori di dati di terze parti, tra cui Experian e Oracle Data Cloud per le loro pubblicità. Inoltre, Facebook ha sospeso momentaneamente il processo di approvazione delle app di terze parti in attesa che siano definite nuove regole sulla gestione dei dati.

Grazie ad un nuovo tool, gli utenti possono adesso gestire con maggiore efficacia la privacy all’interno della piattaforma. Ma le le novità non si esauriscono certamente qui. Mark Zuckerberg ha detto che c’è molto lavoro da fare e che ci vorranno anni per risolvere i problemi e dunque è lecito attendersi ulteriori modifiche nel corso dei prossimi mesi.

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