Cerco un centro di gravità permanente...

… cantava Franco Battiato. Un titolo che rappresenta molto bene il fine ultimo di una ricerca che sto’ conducendo.

Uso Internet per accedere alla conoscenza, Parecchi anni fa lo facevo consultando semplicemente i siti allora esistenti, poi con l’avvento dei newsgroup e successivamente dei forum, ho iniziato a frequentare community che mi potessero dare del valore aggiunto, il tutto contornato dalle onnipresenti chat IRC, anch’esse vere fonti di sapere, e spesso anche di divertimento.

Durante queste “ere informatiche”, il palmare è sempre riuscito ad aiutarmi come strumento. Sicuramente non sostituendo al 100% il computer fisso, ma consentendomi di accedere all’informazione e di portarla con me in situazioni dove l’uso di un desktop sarebbe stato sicuramente proibitivo.

Ma oggi sento le cose cambiare, oggi sento che l’uso di Internet sta mutando anche il luogo dov’è custodita parte dell’informazione: non più solo all’interno di una cartella http, non più solo nel database con tutti i post di un forum, non più solo in un log di un canale IRC.

Oggi mi sembra che parte di una nuova conoscenza stia emergendo dalle relazioni potenziali che ci scambiamo con i navigatori dall’altra parte dello schermo, e dal modo in cui noi riusciamo a prendere parte ad esse, dal modo in cui riusciamo ad interconnetterci.

Un esempio banale: i commenti che verranno aggiunti a questo post. Chiunque vorrà dire la sua aggiungerà un nuovo punto di vista a quanto detto, una smentita o una conferma. Potranno essere fatte domande che riceveranno risposte, e cosi’ via. Il post si evolve nel tempo grazie all’apporto di ognuno, a quanto “ci diciamo”.

Ma pensiamo anche a tutti i nuovi strumenti che ci offre il Web 2.0 e all’uso di essi.

I cinguetii di Twitter, dove spesso trovano spazio link davvero utili, Facebook, i social bookmark di del.icio.us, le foto di Flickr e via di seguito, verso una lunga lista che ogni giorno sembra crescere con nuovi servizi. Certo, molti hanno vita breve, ma alcuni rimangono e segnano le nostre abitudini (penso ad uno YouTube in primis, ma anche a tanti altri servizi che uso quotidianamente e la cui privazione mi farebbe sentire un senso di vuoto).

Un palmare, cellulare o smarphone che sia, con quanto ci mette a disposizione (schermo, tastiera, capacità di calcolo, software ecc) è ancora in grado di sostenerci in questi nuovi ambiti del web? Riesce ancora ad essere utile strumento di lavoro, il partner ideale con cui affiancare la propria attività? Possiamo trovare in esso un centro di gravità cognitiva permanente?

Scusatemi inoltre per la lunghezza del post, ma a volte e’ difficile appagare il proprio bisogno di esprimersi con la possibilità di farsi capire in poche righe. La sintesi era una capacità innata del mio compagno di banco, purtroppo per voi…

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