Linux e Windows, sui netbook pari sono

Da sempre siamo abituati a pensare che Linux sia più economico di Windows. Tuttavia proprio sui netbook, dove il sistema open source ha trovato terreno fertile, tale asserzione non è sempre valida. A cominciare dall'ultimo arrivato: il Dell Inspiron Mini
Da sempre siamo abituati a pensare che Linux sia più economico di Windows. Tuttavia proprio sui netbook, dove il sistema open source ha trovato terreno fertile, tale asserzione non è sempre valida. A cominciare dall'ultimo arrivato: il Dell Inspiron Mini

Con l’ingresso di Dell nell’ormai affollato mercato dei NetBook per molti utenti Linux si è avverato il sogno di vedere Ubuntu, la distribuzione Linux più amata e diffusa, equipaggiare uno dei portatilini destinato a dire la sua nel segmento degli portatilini super economici. Il piccolino di casa Dell, battezzato Inspiron Mini 9, è proposto con diverse configurazioni: oltre a quella con Linux Ubuntu è possibile ordinarlo anche con Windows XP, anche se ovviamente bisogna spendere qualche soldino in più.

Tuttavia non occorre essere dei contabili per valutare se la versione con Windows XP è effettivamente più economica di quella con Linux. Se si aggiunge al modello base col pinguino il necessario per arrivare alla dotazione del primo modello disponibile con Windows XP, ovvero un disco SSD da 8GB (+35 dollari) e la webcam integrata da 0,3 MegaPixel (+15 dollari), si trova che i due computer costano esattamente la stessa cifra: 399 dollari, circa 280 euro al cambio attuale. Se si va ancora oltre e, sempre partendo dal modello base con Linux, si cerca di raggiungere la configurazione del modello top equipaggiato con l’OS made in Redmond, il modello con Ubuntu arriva a costare 15 dollari in più: 464$ contro 449$. Complice di questa mancata disparità è uno sconto che Dell offre per i due modelli con XP (rispettivamente 50$ e 55$) ma che non viene applicato a quello con Ubuntu. Forse per quando il Mini 9 verrà offerto anche in Italia le cose saranno diverse, ma per adesso questa è la situazione.

Per la serie “mal comune mezzo gaudio”, la strana pendenza di un trampolino che sembrava disegnato apposta per lanciare il pinguino sulle scrivanie dell’utenza di massa affligge anche altri prodotti. Ad esempio nel caso dell’Acer Aspire One, inizialmente offerto con 512MB di memoria Ram e 8GB di disco SSD nella sua versione Linux e per 50€ in più con il doppio di memoria Ram e 80GB di hard disk (tradizionale) questa volta con Windows. Acer ha poi corretto il tiro offrendo la stessa configurazione anche con Linux, distribuzione Linpus Lite per la cronaca, e un risparmio di circa 30€ rispetto al medesimo modello a finestre. Un risparmio che spesso, però, si assottiglia o peggio si inverte quando la filiera arriva allo scaffale: i negozianti ordinano pochi esemplari di netbook Linux-Inside facendo invece ordini decisamente più consistenti di modelli con Windows, ottenendo così degli sconti sulla quantità.

Paradossalmente uno dei motivi della competitività economica di Windows anche su questo tipo di macchine è dovuta proprio alla validità di Linux. Su macchine così economiche il costo della licenza di Windows era inizialmente proibitivo se calcolato in percentuale e Linux rappresentava la scelta più ovvia, considerando anche che su hardware poco potente il pinguino ha da sempre dato il meglio di sé. È stato proprio questo a spingere Microsoft a mantenere in vita Windows XP oltre ogni aspettativa e a ridurne drasticamente il prezzo della licenza quando utilizzato sui netbook. E per quanto possa sembrare una mossa atta esclusivamente a proteggere un monopolio de facto, resta da parte di Microsoft il riconoscimento del valore di un avversario.

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