Pirateria accerchiata in tutto il mondo?

Continua in tutto il mondo la morsa contro la pirateria informatica. In Italia, dopo la nota dichiarazione quasi pro-pirateria del Ministro Maroni, è arrivata una piccata risposta da parte di Confindustria Cultura Italia, nella quale vengono ricordati i presunti danni del file-sharing all’economia. Nei giorni seguenti, e abbiamo ampiamente trattato la notizia, è arrivata la chiusura di Linkstreaming.com da parte della Guardia di Finanza.

Contemporaneamente in Olanda, l’associazione anti-pirateria BREIN ha preso di mira Torrentbit.nl, sito BitTorrent di media grandezza, costringendolo a cambiare server e infine a rinominarsi Torrentbit.net. Non è dato sapere se tutto ciò sarà sufficiente o se la BREIN tornerà alla carica con nuovi cavilli.

In Australia invece, un’altra associazione anti-pirateria, la AFACT, dopo che il giudice non le ha dato ragione nella disputa con l’ISP iiNET – una disputa molto simile a quella FAPAV-Telecom Italia – ha iniziato a fare pressioni perché il Parlamento approvi delle leggi che costringano gli ISP a seguire comportamenti anti-pirateria precisi e rigorosi.

E nella vicina Nuova Zelanda, pressioni simili hanno portato alla probabile approvazione della versione Kiwi della legge dei Three Strikes.

Tutto ciò si va a sommare alla recente nuova legislazione in materia nel Regno Unito e al meno recente provvedimento francese che ha portato alla nascita dell’agenzia Hadopi. Insomma, in tutto il mondo le lobby dell’industria dello spettacolo sono scatenate in una guerra senza tregua. Dati gli scarsi risultati fin’ora raggiunti, sembra a volte prendere i connotati di una battaglia contro i mulini a vento, ma, a ogni modo, le persone che hanno a cuore il diritto alla condivisione e la critica al principio del copyright dovrebbero iniziare a tenere gli occhi ben aperti.

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