Tutti contro Google Search plus Your World

Dopo le critiche ricevute da Twitter, la ricerca sociale di Google Search plus Your World,, finisce anche nel mirino dell'antitrust
Tutti contro Google Search plus Your World
Dopo le critiche ricevute da Twitter, la ricerca sociale di Google Search plus Your World,, finisce anche nel mirino dell'antitrust

Search plus Your World, la nuova funzionalità per la ricerca sociale introdotta nei giorni scorsi da Google, continua ad attirare a sé più critiche che elogi. Dopo le perplessità espresse dai vertici di Twitter e la secca replica di bigG, anche la Federal Trade Commission statunitense vuole vederci chiaro, per capire se la novità rispetta o meno le normative riguardanti i comportamenti anticoncorrenziali in ambito Web.

A smuovere l’interesse della FTC è stato l’Electronic Privacy Information Center (EPIC), che per voce del direttore esecutivo Marc Rotenberg dichiaral’intenzione di citare in giudizio la società di Mountain View, a causa di un comportamento messo in campo con il fine di penalizzare la concorrenza e, di conseguenza, gli utenti.

Google sta cercando di combattere il proprio rivale Facebook sfruttando la propria posizione dominante in un settore separato.

Inoltre, nonostante le informazioni provenienti dai profili Google+ non siano mostrate pubblicamente, i cambiamenti introdotti rendono l’accesso a questi dai più semplice.

Chiaro il riferimento all’ambito dei social network, che dalla metà dello scorso anno ha visto l’introduzione della piattaforma Plus. Da allora sono molteplici le iniziative messe in campo da Google per promuoverne l’utilizzo, dalla distribuzione di applicazioni sviluppate ad hoc per i dispositivi mobile al lancio di funzionalità come gli hangout. Tutte mosse legittime e alle quali nessun concorrente ha fatto opposizione.

L’integrazione tra la sfera personale di G+ e quella pubblica delle ricerche Internet va però oltre, intaccando alcuni equilibri che negli anni passati si erano venuti a creare tra le realtà protagoniste sul Web. È a questo che fa riferimento lo sfogo di Twitter segnalato ieri, così come le preoccupazioni manifestate oggi da EPIC.

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