Samsung ferma la versione non ufficiale di S-Voice

Samsung e Vlingo hanno bloccato le richieste al servizio S-Voice provenienti da smartphone Android diversi dal Galaxy S III.
Samsung e Vlingo hanno bloccato le richieste al servizio S-Voice provenienti da smartphone Android diversi dal Galaxy S III.

Samsung ha iniziato a bloccare le richieste provenienti da smartphone diversi dal Samsung Galaxy S III, sui quali era stata installata una versione non ufficiale di S-Voice, l’assistente vocale personale sviluppato per l’ultimo terminale dell’azienda coreana che sarà in commercio dal 29 maggio. I possessori di altri dispositivi Android, insomma, hanno avuto soltanto poche ore per verificare la qualità della tecnologia prima di essere esclusi dal servizio.

S-Voice, una delle feature più interessanti integrate nel Galaxy S III, si candida come il vero concorrente di Siri, l’analogo servizio offerto da Apple insieme al suo iPhone 4S, che tra l’altro non supporta ancora la lingua italiana. Un utente del forum XDA Developers aveva estratto la funzionalità dalla ROM dello smartphone Samsung e creato un pacchetto APK da installare su tutti i dispositivi basati su Android 4.0 Ice Cream Sandwich, aprendo così alle prime prove libere del tool prima di un intervento dall’alto che ha bloccato completamente l’accesso ai server.

Samsung e Vlingo, l’azienda che sviluppa la tecnologia, hanno disabilitato infatti lato server tutte le funzionalità di S-Voice. Qualsiasi richiesta proveniente da un dispositivo diverso dal Galaxy S III sarà bloccata e sul display comparirà il messaggio “Network Error. Please Try Again”. La comunità degli sviluppatori però non ha gettato la spugna, anzi qualcuno ha già scoperto un modo per tentare di aggirare il blocco e ripristinare così le prove sul servizio pur in presenza di una chiara volontà da parte di Samsung di chiudere la strada ad occhi indiscreti.

Samsung S-Voice

Samsung S-Voice

Per utilizzare S-Voice, lo smartphone invia una serie di informazioni ai server di Vlingo, tra cui produttore e modello del dispositivo, versione del sistema operativo, codice IMEI e operatore telefonico. Potrebbe quindi essere sufficiente “truccare” questi dati per ingannare i server e attivare nuovamente l’assistente vocale.

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