Jony Ive parla di Apple Watch, iPhone 6 e design

Jonathan Ive, in occasione del New Establishment Summit di San Francisco, torna a parlare di iPhone 6, Apple Watch e del processo creativo del design.
Jonathan Ive, in occasione del New Establishment Summit di San Francisco, torna a parlare di iPhone 6, Apple Watch e del processo creativo del design.

Jonathan Ive torna sotto i riflettori, dopo l’apparizione alla settimana della moda di Parigi per presentare il nuovissimo Apple Watch. L’occasione è quella del New Establishment Summit di San Francisco, dove il designer inglese si è prestato a una lunga intervista per Vanity Fair. E gli argomenti sfiorati, come ormai consuetudine, sono quelli che più stanno a cuore al genio creativo di Apple: iPhone, gli smartwatch, il design e le imitazioni.

Ive spiega come ami lavorare in piccoli gruppi: il suo team è infatti formato da solo 17 persone. In una tipica giornata, si riuniscono tutti attorno a un grande tavolo per imprimere su carta degli schizzi di quel che saranno i futuri dispositivi targati mela morsicata. Dalla bozza si passa a un primo e rudimentale oggetto fisico, che permette al gruppo di elaborare nuove idee toccando con mano i materiali, le dimensioni, agendo direttamente sulle tre dimensioni.

Questo processo creativo a volte porta a dei momenti illuminanti, quell’intuizione geniale che definisce, di fatto, quali saranno le fattezze del dispositivo finale. È il caso di iPhone 6 e iPhone 6 Plus, due smartphone che Ive considera geniali e all’avanguardia rispetto all’estetica di altri prodotti disponibili sul mercato. Un vantaggio, quello della mela morsicata, che si esprimerebbe nel considerare il design come un tutt’uno, come la perfetta sintesi tra hardware e software:

Un prodotto bellissimo che non funziona è in realtà brutto. I migliori prodotti che abbiamo realizzato sono armoniosi. Credo che il design sia il tutt’uno. La bellezza è in ciò che funziona.

Proprio sugli iPhone 6, Ive spiega perché Apple abbia fatto ritorno alle forme arrotondate dopo anni di smartphone fondamentalmente rettangolari. Questo stratagemma servirebbe per compensare le accresciute dimensioni dello schermo, così da rendere meno ingombrante il terminale sia alla vista che al tatto. Nella stessa direzione, ovviamente, va anche l’incredibile sottigliezza.

Sul fronte di Apple Watch, invece, il designer spiega come abbia sentito la necessità di allontanarsi dallo smartwatch così come gli utenti lo conoscono oggi, per creare un oggetto che non fosse soltanto un dispositivo elettronico, ma che tendesse anche ad altri lidi. Sebbene il riferimento non sia stato esplicitato, Ive si sta ovviamente orientando sull’universo della moda e dello stile, dove gli orologi sono un classico intramontabile.

Infine, dopo essersi nuovamente lamentato di quei produttori che imitano Apple anziché creare degli oggetti del tutto originali, Ive si lancia nel ricordo di Steve Jobs. Secondo il designer, il compianto co-fondatore di Apple sarebbe stato sempre travisato:

Mi ricordo di aver parlato con Steve sul perché fosse percepito come duro. Ho chiesto se potessimo essere più moderati, lui rispose “Perché?”. “Perché mi preoccupo per il team”. E lui ha ribattuto: “No, Jony, sei solo molto vanesio. Vuoi piacere alle persone. Sono sorpreso, perché pensavo considerassi il lavoro come il fattore più importante, non a come potresti essere percepito dagli altri”. Le persone hanno frainteso Steve: era semplicemente molto a fuoco.

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