Mobilità: da ownership a usership entro il 2030

Nei prossimi anni assisteremo all'avvento di una vera e propria rivoluzione che interesserà il mondo delle quattro ruote: da possessori diverremo utenti.
Nei prossimi anni assisteremo all'avvento di una vera e propria rivoluzione che interesserà il mondo delle quattro ruote: da possessori diverremo utenti.

Nel 2030 il 95% delle persone, a livello globale, non possederà un’automobile. Ciò nonostante, l’industria delle quattro ruote continuerà a vendere nuovi modelli, incrementando anzi la produzione. Com’è possibile conciliare questi due scenari? Attraverso un’accelerazione del processo di metamorfosi che già negli ultimi anni ha iniziato a interessare l’universo della mobilità. È quanto previsto dal report “Rethinking Transportation” redatto dall’analista Tony Seba, professore economista di Stanford e fondatore di RetinkX.

Andrà ampliandosi il raggio d’azione dei servizi di ride sharing (Uber, Lyft) e l’avvento delle self-driving car solleverà le persone dall’obbligo di mettersi al volante, trasformando così gli attuali conducenti in passeggeri. Non è un caso che i grandi nomi dell’industria automobilistica e i colossi del settore tecnologico stiano manifestando obiettivi comuni, tanto da arrivare in alcuni casi a siglare delle vere e proprie partnership: Google-FCA e Toyota-NVIDIA solo per fare sue esempi. Sarà inoltre favorita la diffusione delle auto elettriche e si assisterà alla sparizione di veicoli mossi da motore a combustione, in un’ottica di maggiore sostenibilità.

Tornando alla previsione iniziale, come sarà possibile per gli automaker non vedere contratto il loro business, ampliando anzi le prospettive di crescita grazie al passaggio dal modello di ownership a uno principalmente basato sul concetto di usership? Lo studio prevede che da una parte diminuirà fortemente il numero delle vetture in circolazione, ma dall’altra aumenterà sensibilmente la distanza percorsa rispetto a quanto avviene oggi con i veicoli privati, proprio a causa della loro natura condivisa: fino a 80.000 Km in media ogni anno, raggiungendo e superando così in un triennio la soglia dei 200.000 Km che solitamente segna la fine del ciclo vitale di un’automobile.

I grandi protagonisti del settore sono ben consci di una metamorfosi ormai dietro l’angolo e in parte già in atto, tanto da muoversi per tempo. L’ennesima dimostrazione potrebbe arrivare da un brand storico come Ford, che proprio in queste ore dovrebbe annunciare un avvicendamento nel vertice del proprio organigramma, con la sostituzione del CEO Mark Fields il cui posto sarà con tutta probabilità assegnato a Jim Hackett, non a caso attuale numero uno della divisione Smart Mobility.

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