Cyberpunk 2077, distopia multicolor

Il futuro decadente nato dalla penna di Mike Pondsmith prende vita nel nuovo gioco di CD Projekt RED. La nostra recensione.
Il futuro decadente nato dalla penna di Mike Pondsmith prende vita nel nuovo gioco di CD Projekt RED. La nostra recensione.

Cyberpunk 2077 è probabilmente il progetto più ambizioso di CD Projekt RED, gli autori della saga videoludica di The Witcher. E questo non solo per la convergenza su di esso di tutte quelle idee che il team di sviluppo ha partorito e raffinato nel corso degli anni, e per l’enormità dell’avventura, ma anche per l’hype generatosi di conseguenza fin dal giorno del suo annuncio. Ma le troppe aspettative, talvolta, possono rivelarsi un’arma a doppio taglio, specie se vengono in parte disilluse, scatenando feroci polemiche, com’è in effetti accaduto in questo caso. Noi lo abbiamo giocato a fondo su computer, e siamo pronti a dirvi la nostra.

Cyberpunk 2077, un futuro distopico

A livello di gameplay Cyberpunk 2007 è una contaminazione di generi, un mix di situazioni e caratteristiche riprese da altre opere, implementate all’interno di un mondo di gioco grande, totalmente esplorabile e interagibile. Alcune sono più divertenti di altre (hackerare le telecamere e far esplodere i cervelli dei nemici è divertente, il combattimento corpo a corpo un po’ meno), ma in linea di massima la cosa funziona.

Ispirato dall’omonimo gioco di ruolo cartaceo, il titolo è ambientato in un mondo futuristico dove il rapporto tra l’essere umano e la tecnologia è ormai simbiotico e le macchine hanno superato per intelletto gli esseri umani. Cyberpunk 2077 vede per protagonista V, un mercenario ambizioso che vive e opera nella megalopoli futuristica di Night City, una città governata dalle Corporation, ossessionata dalla tecnologia e dalle modifiche cibernetiche dei corpi”.

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In questa realtà il divario tra ceti sociali è enorme, con la gente comune che cerca di sopravvivere quotidianamente mettendo insieme abbastanza soldi per un pasto veloce e l’affitto, costi quel che costi, anche delinquere. O magari per sballarsi per evadere dalla triste realtà attraverso braindance, un dispositivo impiantato nel cervello umano che permette di rivivere sensazioni e immagini direttamente dalla mente di un altro individuo, come omicidi e rapporti sessuali. I contenuti si possono comprare al mercato nero, assieme a parti del corpo. È “lui” che in questo universo futuristico governa tutto.

Cambiarlo, potenziarlo tramite innesti cibernetici chiamati Cyberware significa poter migliorare la resistenza, la vita e altri attributi. Ma proprio per questo anche snaturarsi e perdere se stessi, visto che i modificatori si dividono in cosmetici, neurali, impianti ed armi biologiche. Nel mondo futuristico di Cyberpunk 2077 anche l’abbigliamento ha un suo peso: non è solo una questione di aspetto estetico, ma di efficienza, visto che gli abiti si estendono alla funzionalità degli impianti cibernetici. In combinazione con i punti che servono per potenziare Riflessi, Corpo, Intelletto, Tech e Cool, si può ottenere un protagonista assolutamente unico, pronto a lottare con ogni mezzo per sopravvivere nella città californiana di Night City.

Cosa ci ha convinto

Il livello di personalizzazione del protagonista è incredibile, si può ricreare praticamente tutto del personaggio, dal sesso al fisico, e perfino gli aspetti più banali e di contorno. Particolarmente azzeccata l’ambientazione, davvero curata, mentre la struttura di gioco è ampia, offre tantissime situazioni per rendere estremamente longevo il titolo e, soprattutto, far calare meglio il videogamer all’interno della storia. Un mondo pulsante dove tutto o quasi si evolve sotto gli occhi del giocatore in relazione al modo in cui si rapporta con l’ambiente circostante, determinando l’andamento di diversi eventi e il tipo di finale.

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Cosa non ci ha convinto

Il comparto tecnologico purtroppo non rende pienamente onore all’ambizione del progetto, con modelli poligonali non proprio perfetti, una fisica di guida poco curata e aree nelle quali ci sono texture troppo semplici. Ci sono poi alcune magagne tecniche, che se da un lato non pregiudicano la fruibilità del titolo, che gira piuttosto bene a 60Fps, dall’altra rovinano un po’ l’esperienza e la sensazione di immersività del giocatore. Glitch, arresti anomali e bug grafici sono purtroppo presenti, anche se sui PC di fascia medio-alta c’è modo di “tamponare” parzialmente la situazione, in attesa delle inevitabili patch correttive che gli sviluppatori hanno già iniziato a realizzare.

Cyberpunk 2077 è davvero uno degli action RPG open world più… “aperti” mai visti. È un gioco fantastico che però, al momento, non riesce a esprimere tutto se stesso a causa di alcuni bug che comunque CD Projekt Red sta cercando di eliminare con una serie di patch che entro un paio di mesi dovrebbero risolvere la maggior parte dei problemi. Oggi, insomma, è piacevole da giocare, chiudendo un occhio sui difetti, domani probabilmente sarà tutt’altra esperienza.

Ricordiamo che il gioco è disponibile su PC, Google Stadia, Xbox One e PlayStation 4, e attraverso la retrocompatibilità, anche su PlayStation 5 e Xbox Series X|S.

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