Apple VS Qualcomm: nessun blocco agli iPhone USA

L'ITC nega il blocco all'importazione degli iPhone negli Stati Uniti, richiesta da Qualcomm, pur confermando la violazione di un brevetto da Apple.
L'ITC nega il blocco all'importazione degli iPhone negli Stati Uniti, richiesta da Qualcomm, pur confermando la violazione di un brevetto da Apple.

Si aggiunge un nuovo tassello alla contrapposizione che, ormai da mesi, caratterizza i rapporti tra Apple e Qualcomm. I giudici dell’International Trade Commission hanno deciso di declinare la richiesta di blocco dell’importazione degli iPhone nel territorio statunitense, voluta dal chipmaker asiatico, riconoscendo però la violazione di un brevetto.

Come già noto, le due società si danno battaglia da tempo: Apple sostiene che i costi di licenza e royalties imposti da Qualcomm siano troppo elevati, ma il chipmaker risponde sottolineando come i listini siano commisurati all’essenzialità delle tecnologie di comunicazione impiegate negli iPhone. La contrapposizione è sfociata in una lotta legale e, fuori dalle aule di tribunale, Apple ha deciso di rinunciare al partner storico preferendo invece una fornitura da Intel per i chipset mobile. Questa decisione ha portato a una nuova polemica, con Qualcomm che di recente ha accusato il gruppo di Cupertino di aver passato a Intel informazioni industriali riservate.

Qualche tempo fa, il chipmaker ha richiesto alle corti statunitensi il blocco delle importazioni di iPhone all’interno degli Stati Uniti, per la violazione di alcuni brevetti da parte di Apple, relativi ai modem Intel. Delle tre registrazioni contestate, i giudici della ITC hanno confermato la violazione di almeno un brevetto, ma non hanno ritenuto che le condizioni siano sufficienti per interrompere la commercializzazione di questi smartphone all’interno dei confini statunitensi. La corte ha motivato questa decisione con “fattori di interesse pubblico”, poiché il blocco alla commercializzazione dello smartphone avrebbe potuto danneggiare i consumatori. Per il brevetto violato, di conseguenza, si dovrà cercare un’altra soluzione, probabilmente di tipo monetario.

È però necessario sottolineare come questa prima pronuncia sia del tutto preliminare, perché ora l’ITC dovrà sottoporre il caso a verifica e decidere se confermare, o meno, quanto emesso in questi giorni. Una risposta, in tal senso, non giungerà prima del prossimo gennaio.

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