Bankitalia dichiara guerra ai falsi cloni

La Banca d'Italia si è dovuta rivolgere alla Polizia per cercare di bloccare alcuni siti che utilizzano il suo nome e il suo logo in maniera illecita e ingannevole. Numerose inoltre le segnalazioni di email inviate utilizzando la denominazione della banca
La Banca d'Italia si è dovuta rivolgere alla Polizia per cercare di bloccare alcuni siti che utilizzano il suo nome e il suo logo in maniera illecita e ingannevole. Numerose inoltre le segnalazioni di email inviate utilizzando la denominazione della banca

La Banca d’Italia ha deciso di dichiarare guerra ai siti che utilizzano in maniera ingannevole e illecita il suo nome. Nonostante l’autorità di vigilanza avesse già posto l’attenzione su tale pericolo, l’allarme è scattato nel momento in cui il servizio di vigilanza di via Nazionale ha scoperto nella rete la presenza dei portali bancaditalia.com e bancaditaliasl.altervista.org, le cui denominazioni e loghi richiamano apertamente la Banca d’Italia e il suo sito. Nonostante l’indirizzo e la grafica di tali siti emulino molto da vicino l’apparenza di grandi istituzioni finanziarie, «non sono in alcun modo riferibili alla Banca d’Italia nè sono stati da essa autorizzati».

In rete sono inoltre stati diffusi messaggi di posta elettronica in italiano ed inglese che, utilizzando il nome della Banca d’Italia, comunicano agli ignari destinatari la presenza di somme di denaro presso tale istituto, notizia ovviamente fasulla e che ancora una volta non ha nulla a che fare con l’istituto bancario nazionale. Il servizio di vigilanza ha quindi provveduto a segnalare tali episodi alle autorità competenti di Polizia. La Banca d’Italia, secondo quanto riportato dall’agenzia AGI, si riserva comunque «ogni altra opportuna iniziativa a tutela delle proprie ragioni e della propria immagine».

Il caso, sottolinea ancora l’AGI, si è rivelato molto simile a quanto accaduto alla Federal Deposit Insurance Corporation (FDIC), agenzia federale americana per l’assicurazione dei depositi, la quale è stata recentemente vittima di un utilizzo illecito del proprio nome. Alcuni fax, firmati da tale Rosaline Smith per conto dell’agenzia, sono stati infatti inviati da ignoti ad istituzioni finanziarie straniere con lo scopo di richiedere informazioni e dati personali. Il tutto si inserisce comunque nel filone tradizionale del phishing, fenomeno in continuo aumento e con particolare predilezione per tutto quello che è il mondo della finanza e dei pagamenti online. Particolarmente diffuso, in Italia, soprattutto il phishing basato sulle attività di Poste.it.

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