Class action contro Sony per la sicurezza del PSN

Tre utenti hanno avviato una class action contro Sony per i recenti attacchi al sistema PSN: la sicurezza non era ad un livello minimo accettabile.
Tre utenti hanno avviato una class action contro Sony per i recenti attacchi al sistema PSN: la sicurezza non era ad un livello minimo accettabile.

Dopo i recenti attacchi al PlayStation Network che hanno messo a rischio i dati privati degli utenti iscritti, i guai per Sony trovano una ulteriore coda polemica. Questa volta, però, non si tratta di un nuovo attacco, ma di una class action avviata da tre utenti che hanno accusato il colosso nipponico di essere a conoscenza dell’inadeguatezza del suo network ancora prima che l’attacco cibernetico si verificasse.

La causa è stata depositata presso il Southern District of California da Felix Cortorreal, Jacques Daoud Jr., e Jimmy Cortorreal, cittadini di New York. Secondo i tre, Sony sapeva che i suoi sistemi di sicurezza fossero inadeguati e che siano stati «più preoccupati per i loro server di sviluppo, piuttosto che per alcuni dati dei consumatori andati rubati».

Sony ha sempre dichiarato che non c’è motivo di credere che i dati delle carte di credito possano essere stati compromessi, eppure la possibilità del furto è un dato di fatto. L’azione legale continua con un’altra accusa, ovvero che Sony avrebbe addirittura ridotto i costi in questo settore: « Appena due settimane prima della violazione di aprile, Sony avrebbe licenziato una percentuale sostanziale della sua forza di lavoro […], tra cui alcuni dipendenti del Network Operations Center, […] ovvero il gruppo che si occupa di prepararsi e rispondere alle violazioni di sicurezza ».

Secondo un’altra testimonianza, nonostante i sistemi PS3 siano stati progettati per essere protetti da un generatore di numeri casuali, in pratica ogni console ha lo stesso numero, rendendo così gli attacchi più facili. La dichiarazione del vice presidente di Sony Kazuo Hirai, secondo cui l’azienda porterà ora la sicurezza in linea con gli standard, il che appare come un conferma del fatto che, effettivamente, prima degli attacchi il sistema fosse vulnerabile e al di sotto degli standard di riferimento.

Ora la class action chiede il rimborso per le console PlayStation, degli abbonamenti a PSN, e “danni esemplari”. Intanto Sony ha già avviato un programma di scuse per i clienti, tra cui il monitoraggio del credito gratuito per un anno, il download di giochi gratuiti, film a noleggio gratuiti e altri bonus online.

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