Google, nuovi uffici a Londra entro il 2015

Un milione di sterline: questa la cifra stanziata da Google per la realizzazione di nuovi uffici a Londra, che entreranno in funzione entro il 2015.
Google, nuovi uffici a Londra entro il 2015
Un milione di sterline: questa la cifra stanziata da Google per la realizzazione di nuovi uffici a Londra, che entreranno in funzione entro il 2015.

Proprio ieri si è parlato del trattamento riservato da Google ai suoi dipendenti, che è valso al gruppo di Mountain View la testa della classifica 100 Best Companies to Work For stilata da Fortune, per il quarto anno consecutivo. Oggi giunge notizia di un progetto per la realizzazione di un nuovo centro operativo a Londra, con l’acquisizione di un’area in cui sorgeranno uffici, abitazioni e negozi per circa 90.000 metri quadrati.

Il sito individuato da bigG è posizionato vicino alla stazione ferroviaria Kings Cross e i lavori prenderanno il via entro la fine dell’anno, autorizzazioni permettendo, per portare i nuovi impianti a essere operativi nel corso del 2015. Sulla questione si è pronunciato Matt Brittin, vicepresidente di Google per i paesi del nord e centro Europa, confermando l’intenzione di puntare con decisione per il futuro sul territorio britannico, dove il Web e l’informatica hanno mosso i primi passi.

Per la costruzione degli spazi bigG ha messo sul piatto un miliardo di sterline, pari a circa 1,2 miliardi di euro stando al cambio attuale. Ad oggi l’azienda possiede già due uffici operativi nella capitale inglese, uno a London Victoria e l’altro nel quartiere St Giles High Street. I nuovi edifici rientrano nel progetto di ristrutturazione dell’area King’s Cross, che ha preso il via nel 2007 dopo l’apertura della stazione di St Pancras.

Di recente la società è finita al centro di critiche per le strategie attuate in alcuni territori, quello britannico compreso. In molti hanno puntato il dito contro la cosiddetta pratica “double irish-dutch sandwich”, che consente a Google (ma non solo) di spostare miliardi di fatturato verso paradisi fiscali per aggirare la tassazione applicata dai paesi in cui opera. Una questione che ha suscitato tanto clamore da spingere il primo ministro David Cameron a interpellare i membri del G8, in modo da trovare una soluzione efficace per tutelare sia le aziende interessate che le casse pubbliche.

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