Kantar, continua il calo di Windows Phone

Continua la crisi di mercato di Windows Phone che continua a perdere quote di mercato soprattutto in Europa.
Kantar, continua il calo di Windows Phone
Continua la crisi di mercato di Windows Phone che continua a perdere quote di mercato soprattutto in Europa.

Windows Phone continua a perdere quote di mercato in tutto il mondo anche se la caduta sembra essere rallentata. Kantar ha, infatti, pubblicato il suo nuovo report in cui è evidenziato il market share dei principali sistemi operativi mobile nel trimestre che si conclude a marzo 2016. Per quanto riguarda l’Europa, Windows Phone possiede adesso, solamente un 4,9% di market share, in calo rispetto al 5,9% della rilevazione precedente e soprattutto in drastico calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

In Italia, in particolare, Kantar rileva una quota di mercato del 6,3% in calo rispetto al 6,7% della rilevazione precedente. Cali che si confermano anche in tutte le altre realtà del vecchio continente. Sostanzialmente stabile il market share in America ed in Cina dove però Windows Phone dispone di una quota davvero marginale. Drastico calo anche in Australia dove gli smartphone di Microsoft possiedono solamente un 3,7%, in calo rispetto al 5,8% del trimestre precedente. In Giappone, infine, Windows Phone continua a possedere un mercato quasi inesistente (0,5%).

Kantar, continua la discesa di Windows Phone

Kantar, continua la discesa di Windows Phone

Numeri che testimoniano ancora una volta la difficoltà che Microsoft sta vivendo nel segmento mobile. Difficile, davvero, immaginare che la casa di Redmond non intenda intervenire in qualche modo decidendo davvero di aspettare la primavera del 2017 che secondo le ultime indiscrezioni sarebbe la finestra temporale scelta per lanciare i nuovi Surface Phone.

Rischio che per allora, il mercato mobile dei dispositivi mobile Windows sia davvero arrivato ai minimi termini e con gli utenti disinteressati a questa piattaforma. Inoltre, quote di mercato così risicate non aiutano certamente nella rincorsa agli sviluppatori per convincerli ad investire nel realizzare applicazioni di qualità che potrebbero in qualche modo incentivare il ritorno degli utenti.

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