La FTC propone un pulsante salva-privacy

La FTC ha proposto un pulsante "do-not-track" che consenta agli utenti di ordinare al browser la sospensione di ogni tracciamento
La FTC ha proposto un pulsante "do-not-track" che consenta agli utenti di ordinare al browser la sospensione di ogni tracciamento

La Federal Trade Commission ha avanzato una proposta (PDF) al mondo del browsing: implementare un pulsante che consenta agli utenti di disabilitare il tracciamento delle proprie attività in modo volontario e completo, così che l’utente possa avere realmente pieno controllo delle proprie informazioni online.

Il presidente della commissione, Jon Leibowitz, è preoccupato del fatto che l’attuale deregulation non sia più in grado di rappresentare una autentica tutela di tutte le parti interessate e che i modelli di business odierni siano troppo interessati alla profilazione degli utenti per poter accelerare verso la tutela degli stessi. Per questo la proposta è forte e provocatoria: uno strumento da implementare negli strumenti di navigazione per consentire a chiunque di tutelare la propria attività online fermando il tracciamento automatico che servizi online e siti web compilano click dopo click.

L’idea di fondo del cosiddetto “do-not-track” è la medesima della “do-not-call”, la lista con cui gli utenti USA possono esplicitare la propria volontà di non ricevere offerte promozionali per via telefonica. Se la “do-not-call” era però una lista centralizzata per una gestione generale del problema, in questo caso ogni singola persona potrebbe gestire la propria singola casistica. Trattasi di una scelta peraltro obbligata: mentre il numero di telefono non cambia mai, il numero IP è invece un numero che cambia ad ogni collegamento alla rete e sarebbe pertanto impossibile un’esclusione volontaria per via centralizzata. Il pulsante comparirebbe sui maggiori browser in circolazione (Microsoft, Mozilla e Google avrebbero già compiuto specifici esperimenti in proposito) e l’utenza avrebbe così a disposizione uno strumento semplice con cui abilitare il proprio “opt-out” (peraltro con una serie di opzioni a disposizione, così da rendere più “granulare” e flessibile il proprio esplicito dissenso al tracciamento).

Uno dei modi con cui potrebbe essere messa a punto tale tecnologia è un progetto dello Stanford Law School Center for Internet and Society, il quale agisce tramite browser ed appositi HTTP header. I dettagli sono disponibili sull’apposito DoNotTrack.us. Se la proposta della commissione dovesse andare in porto, però, saranno vari gli aspetti tecnici e legislativi da approfondire affinché il servizio possa effettivamente funzionare in modo completo e pervasivo fungendo da autentica garanzia per l’utenza coinvolta.

Ad oggi quella della FTC è soltanto una bozza, un modo per delineare la necessità di un lavoro comune per la tutela della privacy dei cittadini. La commissione infatti sottolinea il fatto che, nonostante l’impegno di molti in questa direzioni, manchi ancora una regia unica che renda chiaro, esplicito e standardizzato il processo di salvaguardia a cui ogni utente può appellarsi di proprio pugno.

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