La violazione di un brevetto costa 184 mln a HP

Per aver utilizzato senza la dovuta licenza un brevetto della Cornell University, HP è stata condannata a pagare un risarcimento di 184 milioni di dollari. Sorpresa dalla decisione della giuria, ora HP potrebbe ricorrere in appello
Per aver utilizzato senza la dovuta licenza un brevetto della Cornell University, HP è stata condannata a pagare un risarcimento di 184 milioni di dollari. Sorpresa dalla decisione della giuria, ora HP potrebbe ricorrere in appello

HP non sembra essere intenzionata a pagare la salata pena pecuniaria inflitta da una giuria federale negli USA la scorsa settimana per la violazione di un brevetto. La società di Palo Alto è stata condannata a risarcire la Cornell University con il pagamento di 184 milioni di dollari per aver utilizzato un brevetto senza le necessarie licenze. HP ha dichiarato la propria contrarietà alla severa sentenza, che potrebbe essere quindi impugnata nel prossimo grado di giudizio, anche se la società non ha ancora confermato di voler proseguire l’iter giudiziario.

Ravvisata la violazione di un suo brevetto per l’ottimizzazione dei cicli di calcolo dei processori, la Cornell University aveva citato la società californiana richiedendo un risarcimento di ben 575 milioni di dollari, cifra commisurata sugli introiti ottenuti da HP tra il 1996 e il 2006 grazie alla tecnologica implementata dall’istituzione accademica. Il brevetto della discordia è il numero 4.807.115, registrato nella prima metà degli anni Ottanta da Hwa Torng, un docente della Cornell University. Studiando il carico di lavoro medio di un processore, Torng aveva implementato un ingegnoso sistema per ottimizzare i tempi di elaborazione dei dati entro ogni ciclo di clock, aumentando sensibilmente le potenzialità di calcolo dei microprocessori. Grazie alla sua intuizione, le unità di calcolo divennero maggiormente performanti, riuscendo a gestire una maggiore quantità di dati e funzioni in parallelo.

Secondo la Cornell University, Hewlett-Packard avrebbe iniziato a utilizzare la soluzione tecnologica ideata e brevettata dal suo docente senza richiedere alcun tipo di licenza per il suo impiego nella produzione di personal computer. Scoperto l’utilizzo illecito del suo brevetto, l’istituzione accademica decise nel 2001 di citare in giudizio HP, richiedendo un risarcimento di circa 575 milioni di dollari per i danni subiti. A distanza di poco più di sei anni, la giuria del processo avviato presso la Corte di Syracuse, nello Stato di New York, ha dato ragione alla Cornell University, condannando HP a risarcire l’ateneo con 184 milioni di dollari. Nonostante abbia espresso il proprio disappunto per la sentenza, la società di Palo Alto non ha ancora comunicato le proprie intenzioni sulla vicenda per l’immediato futuro.

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