Mai più MP3 al lavoro

Un software sviluppato da due società americane spierà gli hard disk dei dipendenti alla ricerca di materiale protetto da diritto d'autore. La prima versione nel 2003.
Un software sviluppato da due società americane spierà gli hard disk dei dipendenti alla ricerca di materiale protetto da diritto d'autore. La prima versione nel 2003.

La lotta alla pirateria online trova nuove frontiere di applicazione. Chi scarica file protetti dal diritto d’autore dal proprio posto di lavoro potrebbe trovarsi in seri guai. Una recente joint venture fra due aziende USA ha messo a punto un software che, se installato all’interno della rete aziendale, bloccherebbe tutta la distribuzione di materiale protetto da diritto d’autore.



Il sistema non si limiterebbe a filtrare le connessioni dei lavoratori ma agirebbe come un vero e proprio spider, andando alla ricerca di materiale protetto sugli hardk disk dei dipendenti e in tutti i server della società.



Le due aziende giurano che il loro software, che sarà disponibile solamente nella seconda metà del 2003, darebbe una stangata decisiva alla distribuzione di software illegale sul World Wide Web. Da alcuni studi risulta infatti che i principali attori dello scambio di programmi “pirata” agirebbero non da casa ma dal posto di lavoro.



Negli USA l’utenza che può accedere ad Internet con una connessione a larga banda, l’unica che può garantire una larga scala di distribuzione di materiale protetto, è dislocata soprattutto negli ambienti di lavoro. Solo il 16% degli utenti domestici USA ha una connessione veloce contro il 57% degli utenti aziendali. In più un computer aziendale su cinque contiene materiale per il file sharing, ossia software tipo Napster.



Dietro l’ennesimo tentativo di limitare con espedienti più o meno legalizzati l’usufrutto di materiale coperto dal diritto d’autore vi è ancora la RIAA (Recording Industry Association of America), l’associazione che riunisce le principali case discografiche americane.



Nel luglio scorso infatti l’Associazione riuscì a strappare ad un azienda americana un patteggiamento di un milione di dollari. L’accusa era quella di aver apparentemente permesso a dei propri dipendenti di scambiarsi file MP3 utilizzando i computer e le connessioni interne.



Il sistema appare, già nella descrizione, molto complesso. Le società che svilupperanno il software sono due: Websense, l’azienda cui tocca mettere a punto il cuore investigativo del software, è già conosciuta per lo sviluppo di strumenti di controllo sulla navigazione dei dipendenti; Macrovision metterà invece a disposizione il nuovo modulo aggiuntivo denominato SafeDisc che sarà in grado di determinare se la copia di materiale digitale contenuto negli Hard Disk dei lavoratori è o non è originale

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