Modelli distributivi per il software mobile

Quanto segue vuole essere un’analisi non esaustiva di di ciò che è disponibile oggi per distribuire applicazioni su device mobili equipaggiati con i vari sistemi operativi esistenti, con un occhio ai pregi e difetti più rilevanti.

File CAB per Windows Mobile: un file.CAB è un archivio che al suo interno contiene file, istruzioni e tutto quello che serve per installare un determinato programma. Infatti, una volta copiato il CAB nel dispositivo, basta tappare su di esso per avviare l’installazione di quanto contenuto al suo interno. Oltre a questa procedura manuale, ActiveSync è in grado di copiare nel device il CAB e lanciarlo automaticamente. Il grande problema legato a questo tipo di approccio risiede nella distribuzione. Si possono infatti trovare CAB su dei siti specializzati, nella pagina appositamente predisposta dallo sviluppatore, ottenuti dietro pagamento di un compenso, grazie ad un link mandato via SMS. La flessibilità è tanta, ma spesso disorienta gli utenti meno esperti. Inoltre una volta installato un programma, non esiste niente di automatico e comune per sapere se nel tempo sono stati rilasciati aggiornamenti del software.

File.sis per Symbian: Sostanzialmente simili ai CAB di Widows Mobile, questi archivi però non contengono file che vengono poi copiati nel sistema, ma rimane tutto sempre contenuto all’interno del sis originale.

AppleStore per iPhone: Apple, estendendo il modello già ben collaudato di iTunes, si propone come unico distributore di software per iPhone e iPod Touch, rendendoli disponibili unicamente a mezzo del canale App Store nel suo negozio online. Modello di vendita unificato (in cui lo sviluppatore cede una parte dei profitti ad Apple), facilità d’accesso e di reperimento del software, forte integrazione con il sistema. D’altro canto però si perde in libertà, dato che non posso mettere un software per iPhone sul mio sito, non c’è possibilità di distribuire free-software e devo necessariamente condividere i proventi derivanti dalla vendita del mio prodotto con Apple.

File.jar e.jad per programmi Java J2ME: molto simile al modello.sis e.cab, anche i file.jar sono dei package in cui è contenuto tutto quello di cui il programma ha bisogno per funzionare, librerie di sistema a parte. Stessi pregi, stessi difetti: un modello distributivo contraddistinto da una grande flessibilità, che però diventa anche il suo tallone di Achille.

Repository per distribuzioni GNU/Linux: Nokia N770, N800, N810, Android e altri device basati su GNU/Linux, possono beneficiare del sistema dei repository, archivi online dove vengono resi disponibili i programmi già pronti e testati per la propria distribuzione. La creazione di questo punto di raccolta centralizzato è molto simile allo store della Apple, ma la differenza sta nel fatto che nuovi repository possono essere aggiunti alla propria lista e per crearne uno occorre solamente un po’ di banda. Massima libertà di diffusione quindi, e buona facilità di utilizzo, in quanto ci pensa un’utility interna al sistema a notificare se ci sono nuove versioni disponibili per i pacchetti installati e a proporre programmi adatti a ciò che vogliamo ottenere.

Personalmente, anche in base alla mia esperienza nel mondo GNU/Linux, reputo l’ultimo modello il più comodo e facile per distribuire software gratuito, mentre quello della Apple ben focalizzato nella distribuzione di programmi a pagamento. Spero che prima o poi anche gli altri sistemi operativi propongano logiche simili. E voi?

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