Nasce il Programma Europeo delle startup

Neelie Kroes ha presentato a Davos il think tank europeo sulle startup. C'è anche Mind the Bridge.
Neelie Kroes ha presentato a Davos il think tank europeo sulle startup. C'è anche Mind the Bridge.

Il primo incontro pubblico del commissario Neelie Kroes a Davos, dove si sta tenendo il World Economic Forum 2014, è stato a proposito delle startup, e del progetto di tech-leader iniziato tempo fa e che ha creato il SEP – Startup Europe Partnership, e un forum di esperti del settore tra i quali l’italiana Mind The Bridge. Obiettivo: sostenere l’impresa digitale nel vecchio continente.

Bella soddisfazione per Alberto Onetti e il suo staff (coinvolto anche nel prossimo Startup Weekend a Milano), che nel programma avranno un ruolo guida insieme all’altra no-profit, la britannica Nesta, per gli altri fondatori del “pensatoio” europeo, Telefonica, Orange, BBVA, la Banca europea per gli investimenti, Cambridge, la IE Business School e l’Alexander von Humboldt Institute for Internet and Society. Altri si aggiungeranno ancora in questa struttura che avrà il compito di stimolare gli imprenditori a prendere voce nel dibattito politico che porterà al mercato unico del digitale europeo, che ha bisogno di essere pronto da tutti i punti di vista, compreso quindi il delicato passaggio startup-grandi aziende e mercati.

Come funziona il SEP

Il SEP è la piattaforma dentro la quale finiranno le tre attività principali del forum: la valutazione dei criteri di investimento delle aziende nelle startup, la mappatura dell’ecosistema delle startup e la pianificazione delle strategie per rendere l’Europa più startup-friendly. Il commento di Onetti, pubblicato sulla sua rubrica sul Corriere della Sera, non potrebbe essere più entusiasta:

Il programma voluto dalla Commissione Europea ha un unico e chiaro obiettivo, ma quantomai critico e sfidante: “scale-up European startups”, ovvero sostenere la crescita delle startup europee e creare imprese europee nel campo delle nuove tecnologie che siano capaci di competere a livello globale. Il tutto attraverso una piattaforma realmente paneuropea, capace di superare le separazioni tra paesi che fanno dell’Europa non un grande ecosistema (come potrebbe essere), ma l’insieme scoordinato di tanti piccoli sistemi con regole diverse. Se mi passate una metafora, abbiamo bisogno di passare dai campionati nazionali alla Champions League. Con la speranza di creare dei campioni europei capaci di dire la propria a livello mondiale.

SEP grafico

Dal canto suo, Neelie Kroes aveva già tempo fa anticipato il modello dei tech-leader ispirato dal Manifesto Europeo presentato lo scorso autunno:

Utilizzando le tecnologie e le piattaforme innovative, gli imprenditori del web costruiscono prodotti e creano servizi che migliorano e arricchiscono la nostra vita professionale e privata. In tal modo guidano la crescita economica e creano posti di lavoro. Ad esempio, il business delle applicazioni da solo ha portato a 800.000 posti di lavoro in Europa negli ultimi cinque anni. Sotto l’ombrello europeo ci sono le iniziative nell’ambito dell’Agenda Digitale: l’accelerator assembly, la rete europea di crowdfunding, il Web Investors Forum, il Leaders Club e ora il SEP.

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