Più parli, più ricarichi la batteria

Un team di ricercatori sudcoreani sta lavorando ad un sistema in grado di trasformare le onde sonore in energia elettrica per la ricarica di cellulari.
Un team di ricercatori sudcoreani sta lavorando ad un sistema in grado di trasformare le onde sonore in energia elettrica per la ricarica di cellulari.

«Più parli, più ti ricarichi»: se il motto di uno spot di un noto operatore telefonico era un chiaro riferimento al traffico telefonico, in futuro la medesima frase potrà essere riferita anche alla batteria dei telefoni cellulari. Un team di ricercatori sudcoreani è infatti all’opera per la realizzazione di una tecnologia in grado di ricaricare la batteria di cellulari e smartphone durante le telefonate, sfruttando esclusivamente la voce umana come fonte di energia.

Il principio di funzionamento su cui è stata basata l’intera ricerca è la possibilità di trasformare i suoni in energia elettrica. Posizionando dei filamenti di ossido di zinco all’interno di due elettrodi è stata infatti dimostrata la possibilità di produrre corrente elettrica sfruttando le vibrazioni sonore recepite da una membrana, la quale comprimendo l’ossido di zinco permette la generazione di tale corrente, utilizzabile in questo modo per alimentare diversi tipi di dispositivi elettronici.

Installando un simile strumento all’interno degli smartphone diventa dunque possibile ricaricarne la batteria effettuando una telefonata o riproducendo un brano musicale. Le onde sonore si tramutano in piccole fonti di energia elettrica, trasformando di fatto il cellulare stesso in una sorgente che, se in grado di produrre più energia di quanta ne utilizzi per crearne di nuova, risulterebbe pressoché illimitata. Una simile tecnologia rivoluzionerebbe l’intero mondo dell’elettronica, eliminando l’esigenza di avere sempre a disposizione una presa elettrica per ricaricare i propri dispositivi.

Gli utilizzi non si limiterebbero dunque al solo campo della telefonia ma riguarderebbero ogni strumento elettronico: uno scenario particolarmente interessante potrebbe essere quello medico, con apparecchiature elettroniche quali pacemaker o prodotti per l’udito in grado di alimentarsi autonomamente. L’inquinamento acustico prodotto dalle autovetture nelle metropoli di tutto il mondo potrebbe essere sfruttato in qualità di enorme sorgente di energia per alimentare la segnaletica stradale e i cartelloni pubblicitari dislocati nelle principali strade, riducendo l’impatto ambientale e alleviando le spese economiche necessarie per sostenere i consumi elettrici urbani.

I risultati ottenuti finora sembrano indicare ampie possibilità di crescita per l’intero progetto: al momento gli ingegneri sono riusciti a trasformare 100 decibel sonori in 50 millivolt, promettendo però importanti miglioramenti per quanto concerne il processo di conversione.

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