Scuola digitale: promossa con riserva

Le aule connesse in rete sono circa il 54%. Buoni alcuni approcci e progetti, ma secondo l'Ocse il ritmo è troppo lento.
Le aule connesse in rete sono circa il 54%. Buoni alcuni approcci e progetti, ma secondo l'Ocse il ritmo è troppo lento.

Promossa con la sufficienza. L’OCSE dà un giudizio positivo al Piano Nazionale Scuola Digitale, illustrato oggi dal ministro uscente Francesco Profumo. L’Osservatorio Tecnologico del Miur mostra i tanti aspetti in chiaroscuro della digitalizzazione della scuola italiana, dove la connessione Internet è tutto sommato ben distribuita ma con scarsa penetrazione nelle classi, povere anche di strumentazioni.

La prima frase che colpisce dello studio (PDF) è «italian schools have low ICT penetration». La verifica esterna è stata realizzata attraverso incontri con diversi rappresentanti del mondo della scuola e visite in alcuni istituti impegnati nei progetti di innovazione, ed è stata chiesta dal ministero, che quindi accetta la severità.

Questo perché non mancano anche i punti di forza. Nella relazione dell’OCSE si apprezza lo sforzo di acquistare le lavagne multimediali (LIM) con un approccio dal basso. Nel piano, infatti, alle scuole è richiesto di presentare volontariamente domanda e, in seguito, di acquistare direttamente le dotazioni tecnologiche. Gli insegnanti, inoltre, devono rendersi fin da subito disponibili a svolgere un’attività di formazione per l’utilizzo della lavagna interattiva.

slide ocse

Per raggiungere lo stesso livello della Gran Bretagna, l’Italia a questo ritmo impiegherà 15 anni.

Un altro punto di forza è il sistema per le procedure di acquisto. Al fine di contenere i costi, ma senza perdere di vista le esigenze locali, le scuole hanno effettuato gli ordini direttamente sul mercato elettronico, organizzandosi in gruppi di acquisto temporanei.

Dall’anno prossimo il governo promette 4.200 lavagne multimediali e tremila Cl@ssi 2.0 in più. Ma per quanto riguarda suggerimenti e raccomandazioni, sono almeno due:

Accelerare l’integrazione e la diffusione delle ICT nelle classi e nelle scuole aumentando i finanziamenti per il piano LIM e ridefinendo alcuni suoi aspetti. Per farlo viene suggerito il ricorso a finanziamenti integrativi, da parte di Regioni, Fondazioni e scuole e l’apertura ad altre tecnologie meno costose e scelte dalle scuole.
Concentrare le risorse su Scuol@ 2.0 e interrompere l’iniziativa Cl@sse 2.0. L’impatto di quest’ultimo progetto infatti potrebbe essere molto più limitato di un’azione condotta a livello dell’intera scuola. Il progetto Scuoa@ 2.0 potrebbe consentire alle scuole pilota di ricercare, sviluppare e sperimentare soluzione per gli altri istituti.

Secondo i dati dell’Osservatorio Tecnologico del Miur, aggiornati al 31 agosto 2012 ed elaborati su una rilevazione che ha riguardato l’85% delle scuole di ogni ordine e grado, i computer presenti nelle scuole sono: 169.130 nella primaria (1 PC ogni 15 studenti); 150.385 nella secondaria di I grado (1 PC per ogni 11 studenti); 334.079 nella secondaria di II grado (1 PC per ogni 8 studenti). I dispositivi portatili (PC/tablet) in uso individuale agli studenti sono 13.650. Le LIM attualmente installate sono 69.813, per una copertura del 21,6% delle aule scolastiche. Le aule connesse in rete sono circa il 54%, mentre l’82% circa delle scuole possiede una connessione internet. Inoltre, sono attive 416 Cl@ssi 2.0 e 14 Scuole 2.0.

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