Sony e Samsung affondano il mercato asiatico

Sony e Samsung presentano un ultimo quarto del 2008 in netta perdita registrando uno dei più clamorosi cali della propria storia personale. Colpa della domanda che non è più quella di prima, ma secondo gli analisti anche di una cattiva gestione
Sony e Samsung presentano un ultimo quarto del 2008 in netta perdita registrando uno dei più clamorosi cali della propria storia personale. Colpa della domanda che non è più quella di prima, ma secondo gli analisti anche di una cattiva gestione

Come annunciato Sony presenta dati in fortissima perdita e il titolo in borsa ne risente, ma anche Samsung mostra un ultimo trimestre da incubo. I due colossi tirano così verso gli inferi tutto il mercato asiatico.

Per Sony si tratta di una perdita su base annua prevista intorno ai 2,9 miliardi di dollari, la prima da 14 anni, dovuta principalmente al calo della domanda, alla forza dello yen e ai costi sempre più elevati. La società perde su tutti i fronti: superata da Apple nei lettori musicali, da Nintendo nei videogiochi e sempre più indietro sui televisori piatti.

E a poco possono servire ulteriori contromisure. Già il mese scorso la società ha annunciato un taglio di 16.000 lavoratori per risparmiare un miliardo di dollari l’anno. Eppure gli analisti sostengono che il problema sia nel business plan mal formulato, una falla che sarebbe la causa anche dell’80/90% dei ribassi negli incassi.

Per Samsung invece si è trattato del primo quarto nella sua storia in cui è costretta a registrare una perdita. Nonostante la compagnia sia il primo produttore al mondo di memorie e schermi a cristalli liquidi lo stesso il crollo della domanda ha colpito duramente: -18% nelle vendite di memorie e -12% in quelle degli schermi.

Tra Ottobre e Dicembre le perdite sono state di 672 milioni di dollari, un colpo terribile se lo si confronta con il guadagno di 1,78 bilioni di dollari di un anno fa. E non sembra che la situazione sia destinata a migliorare a breve, anzi. Tutto fa intuire che il 2009 sarà segnato da un costante calo.

Ad ogni modo non ridono nemmeno LG (che prevede continue perdite), Nokia (che quantifica le perdite di tutto il settore in un ulteriore 10% e che per sè vede un calo dei profitti) e Microsoft, che è pronta a licenziare 5.000 impiegati, il 5% della sua forza lavoro. Mai in 34 anni la società di Redmond aveva fatto ricorso a simile mobilità.

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