Eolas e Microsoft raggiungono un accordo

La storica battaglia legale tra le due società sembra essere arrivata al capolinea in virtù di un accordo raggiunto per evitare una nuova udienza
La storica battaglia legale tra le due società sembra essere arrivata al capolinea in virtù di un accordo raggiunto per evitare una nuova udienza

Il caso Microsoft/Eolas sembra finalmente essere giunto ad una conclusione dopo le continue battaglie legali e i sorprendenti capovolgimenti di fronte che l’hanno caratterizzato. Ormai non più sicure delle rispettive posizioni le due società hanno deciso di raggiungere un accordo extragiudiziario.

È stata la Eolas a dare la notizia indirettamente tramite un comunicato stampa inviato ai propri azionisti nel quale era riportato il fatto che avessero raggiunto un accordo con Microsoft e che quindi la società avrebbe pagato un dividendo tra il 60 e il 70% ad azione.

I termini dell’accordo sono però al momento ancora sconosciuti: nessuna delle due società si è voluta pronunciare davanti alla stampa nè rilasciare comunicati nei quali era indicata la cifra raggiunta. Sicuramente sarà sensibilmente più bassa dei 500 milioni di dollari di risarcimento che inizialmente la corte aveva sentenziato contro la società di Redmond.

La causa per violazione di brevetto tra Eolas e Microsoft è iniziata nel 1999, quando la prima società ha dichiarato che la tecnologia ActiveX per la gestione interattiva di contenuti web, presente in Internet Explorer, era in realtà di proprietà Eolas. La corte, come detto, inizialmente ha dato ragione al pesce piccolo, successivamente però si è scoperto che il brevetto di Eolas era stato sospeso anni prima, ridimensionando così la pena contro Microsoft, la quale però nella scorsa primavera era riuscita a dimostrare di essere in possesso di un brevetto rilasciato sempre dall’ufficio brevetti statunitense che copriva concetti molto simili a quelli della tecnologia Active X.

Il 24 agosto avrebbe dovuto avere luogo la sentenza finale presso il tribunale di Chicago, ma il raggiunto accordo ha reso tutto inutile. Sembra così concludersi definitivamente una delle cause più lunghe e importanti nel settore dei brevetti, nonchè simbolica per le problematiche che la definizione di “prior art” ha comportato durante il processo.

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