Italia: i primi passi della nuova legge anti P2P

Dopo i provvedimenti francesi, ovvero la ormai nota dottrina Sarkozy, anche in Italia tira aria di cambiamento per quanto riguarda il mondo del P2P.

È proprio di questi giorni la notizia della votazione della Camera in favore dell’Ordine del Giorno presentato dal parlamentare del PDL Giorgio Stracquadanio, il quale mette in luce le problematiche connesse al diritto alla riservatezza in relazione all’accertamento di reati relativi all’ambito della pirateria informatica perpetrati nella rete.

Come è noto, nella maggior parte dei procedimenti contro i reati di pirateria informatica, la privacy è sempre stata considerata prioritaria (uno su tutti il caso Peppermint), tanto da impedire, soprattutto in ambito civile, indagini più approfondite sulle attività svolte dagli utenti nei network di file sharing.

L’OdG, relativo al decreto sulla data retention e sulla conservazione dei dati telematici e telefonici da parte degli operatori, pone l’accento anche sui danni causati all’industria dall’uso illegale del P2P:

La questione dell’obbligo di riservatezza dei dati rileva sempre più in termini di tutela dei diritti e delle libertà altrui, in particolare per il contrasto alla diffusione, tramite Internet, di materiale protetto da diritto d’autore, il cui traffico illecito genera danni per centinaia di milioni di euro per autori e produttori.

Citando la sentenza della Corte di Giustizia europea dello scorso gennaio, la quale esortava gli stati dell’UE a “garantire un giusto equilibrio tra i diversi diritti fondamentali tutelati e, nell’ambito della società dell’informazione, l’effettiva tutela della proprietà intellettuale e del diritto d’autore”, l’OdG impegna il governo ad “assicurare un adeguato bilanciamento tra la tutela della privacy e la tutela giudiziaria, anche in sede civile, dei diritti di proprietà intellettuale in ambito digitale”.

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