Gemelli Winklevoss: chi la fa l'aspetti

I gemelli Winklevoss volevano una parte di Facebook in virtù di ConnectU. Ora però c'è chi vuole una parte di ConnectU.
I gemelli Winklevoss volevano una parte di Facebook in virtù di ConnectU. Ora però c'è chi vuole una parte di ConnectU.

Avevano a suo tempo contestatoMark Zuckerberg un comportamento irregolare nelle fasi di sviluppo del social network Facebook, riuscendo ad ottenere circa 65 milioni di dollari per porre fine alla querelle legale tra le parti e riconoscere definitivamente alla controparte ogni diritto sull’idea. Ora però i gemelli Winklevossdovranno a loro volta combattere una casa simile sedendo dalla parte della difesa.

L’accusa giunge in questo caso da Wayne Chang, businessman di Boston che avrebbe creato a suo tempo un network P2P assieme a Tyler e Cameron Winklevoss durante gli stessi mesi in cui i gemelli lavoravano a ConnectU assieme a Zuckerberg. Chang restituisce ai gemelli la stessa moneta con cui hanno preteso da Zuckerberg un importante indennizzo: si chiede una compartecipazione al tesoretto proveniente dal numero uno di Facebook, rivendicando il medesimo diritto già a suo tempo rivendicato dai Winklevoss.

Chang pretende almeno il 15% di ConnectU in virtù del lavoro compiuto sul network i2hub, chiedendo così al giudice di veder riconosciuto un indennizzo proporzionale. I Winklevoss a loro volta stanno ancora combattendo contro Facebook per veder ricalcolati i 65 milioni di dollari dell’accordo tra le parti, chiedendo di riformulare il calcolo sulla base di una differente valutazione del social network sul mercato.

Trattasi di cause che nulla tolgono e nulla aggiungono al social network, ma che semplicemente rappresentano un rumore di fondo da parte di chi, essendo stato coinvolto più o meno direttamente nelle prime fasi del fenomeno Facebook, pretende ora un vitalizio scritto dal destino.

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