Taxi fermi in tutta Europa contro Uber

I tassisti di tutta Europa stanno scioperando contro Uber: mobilitazioni previste a Milano come a Londra, a Roma come a Madrid.
I tassisti di tutta Europa stanno scioperando contro Uber: mobilitazioni previste a Milano come a Londra, a Roma come a Madrid.

Chi si è trovato in giornata senza taxi a disposizione deve sapere che il problema non è metropolitano né italiano: è un problema ben più ampio, che coinvolge tutta l’Europa e che nella giornata di oggi lascerà a piedi pendolari e turisti a Londra come a Milano, a Madrid come a Roma. Nell’occhio del ciclone un nome ormai noto e al centro di una battaglia spesso anche condita da toni violenti: Uber.

A Parigi 3000 taxi sono pronti a bloccare l’aeroporto. A Madrid è prevista una dimostrazione nel primo pomeriggio davanti a sedi istituzionali. A Milano sono 5000 i tassisti pronti alle barricate (ma in linea teorica senza disagi ulteriori), mentre a Berlino il fronte tenterà di bloccare le strade dello shopping. A Londra si prevede la mobilitazione più ampia: oltre 10000 auto confluiranno verso Trafalgar Square, creando un forte ingorgo per far capire quanto serie e motivate siano le richieste della corporazione. Il rischio, infatti, è di ridurre l’affair Uber a semplice querelle locale, frutto degli attriti tra vecchi e nuovi sistemi. In ballo però vi sono frizioni che mettono a rischio migliaia di famiglie, le quali non lasceranno strada a una piccola app pronta a divorarsi l’intero settore. Più nel concreto: come può monetizzare l’investimento in una licenza un tassista che si trova il lavoro sottratto da un servizio che non concorre ad armi pari?

Uber difende il proprio operato mettendo avanti le virtù dell’innovazione; i tassisti difendono la protesta mettendo avanti le garanzie di un servizio decennale e organizzato. La tensione è alle stelle.

Uber ha ormai raggiunto un valore quotato ad oltre 17 miliardi di euro, cifra tanto opinabile quanto legata a doppio filo alle proteste di queste ore. I tassisti europei sono sul piede di guerra poiché pretendono per il servizio medesima regolamentazione già in capo al mondo dei taxi, poiché un servizio che scardina le regole non può essere un servizio che viola le stesse. Secondo i tassisti, questo fa Uber: aggira le rigide regolamentazioni sul trasporto di persone, forza le normative partendo da nuovi presupposti e si presenta così sul mercato in condizioni di favore rispetto a chi già opera sul territorio in modo strutturato.

Uber ha risposto allo sciopero in modo estremamente aggressivo: per un giorno intero il servizio potrà essere utilizzato con uno sconto pari al 20% (invitando così alla prova del servizio tutti coloro i quali saranno lasciati a piedi dal normale servizio taxi) e tutto ciò è accompagnato da dichiarazioni forti da parte di Benedetta Arese Lucini, general manager Uber per l’Italia:

Questo sciopero mostra i limiti dell’attuale mercato dei trasporti urbani, che è rigido e bloccato da logiche corporative. In questo contesto, l’unico a rimetterci è il consumatore. Anziché protestare contro il cambiamento, dovremmo pensare a un futuro che sia sinonimo di innovazione, trasparenza e flessibilità. Gli utenti metropolitani in Europa chiedono più flessibilità e scelta. Noi offriamo una soluzione innovativa che assicura velocità, sicurezza e affidabilità, sfruttando le potenzialità della tecnologia digitale.

 

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