Waymo contro Uber per la guida autonoma

Il gruppo di Mountain View punta il dito verso il colosso del ride sharing, accusandolo di impiegare tecnologie e design sottratte da alcuni ex dipendenti.
Waymo contro Uber per la guida autonoma
Il gruppo di Mountain View punta il dito verso il colosso del ride sharing, accusandolo di impiegare tecnologie e design sottratte da alcuni ex dipendenti.

La divisione di Alphabet al lavoro su una tecnologia self-driving car, di recente ribattezzata Waymo, ha intentato una causa legale nei confronti di Uber. L’accusa è rivolta ad alcuni ex dipendenti del gruppo di Mountain View, che prima di creare una startup poi acquisita dall’azienda di Travis Kalanick avrebbero sottratto informazioni relative proprio al sistema di guida autonoma sviluppato da Google.

Inoltre, bigG punta il dito nei confronti di Uber affermando che il LiDAR attualmente impiegato sulle sue vetture autonome è pressoché identico al proprio, soprattutto dal punto di vista del design. È la componente che permette ai veicoli self-driving di osservare e interpretare in tempo reale il mondo che li circonda, un occhio elettronico sulla strada, capace di individuare la presenza di altre auto, pedoni, ciclisti, segnaletica e ostacoli di ogni tipo. Gli investimenti messi in campo da Google in questi anni per migliorarne le performance sono stati notevoli, arrivando a ridurne il costo di produzione di una singola unità dai 75.000 del 2009 agli attuali 7.500 dollari.

La denuncia riguarda in particolare i membri fondatori di Otto, un team acquisito da Uber e specializzato nell’applicazione della guida autonoma sui mezzi pesanti per il trasporto merci. I camion, per dirla in altro modo. Secondo Waymo, avrebbero architettato un piano per “rubare e rivendere i segreti e le proprietà intellettuali di Waymo". Questo un passaggio estratto dal documento.

Abbiamo scoperto che, sei settimane prima di rassegnare le proprie dimissioni, l’ex dipendente Anthony Levandowski ha scaricato oltre 14.000 file riguardanti design proprietari e informazioni altamente confidenziali a proposito di vari sistemi hardware Waymo, inclusi quelli riguardanti il LiDAR e i circuiti di bordo. Oltre alle azioni di Levandowski, sappiamo che altri ex dipendenti Waymo, ora al servizio di Otto e Uber, hanno scaricato documenti strettamente confidenziali in merito al LiDAR che abbiamo costruito, come l’elenco dei fornitori, dettagli sulla produzione e metodi di lavorazione.

Le accuse sono pesanti e toccherà a un giudice stabilire se siano fondate o meno.

Di recente abbiamo ricevuto un’email inaspettata. Uno dei nostri fornitori specializzato nelle componenti del LiDAR ci ha inviato un allegato (apparentemente in modo involontario) di progetti che sono sembrati rappresentare la scheda del sistema LiDAR impiegato da Uber: il suo design ricorda chiaramente quello proprietario di Waymo.

Ciò nonostante, Waymo sottolinea che la causa legale non andrà a influire in alcun moto sulle partnership già in atto tra Alphabet e Uber.

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