Skype, indirizzi IP degli utenti a rischio

Gli utenti Skype rischiano di mostrare pubblicamente il proprio IP durante le sessioni di chat audio e video. Il gruppo ha promesso una soluzione a breve.
Gli utenti Skype rischiano di mostrare pubblicamente il proprio IP durante le sessioni di chat audio e video. Il gruppo ha promesso una soluzione a breve.

Una falla nel sistema di comunicazione allestito dagli ingegneri di Skype potrebbe mettere in serio pericolo alcune informazioni personali degli utenti. A lanciare l’allarme sono alcuni ricercatori dell’Università di New York, i quali in seguito ad un’analisi condotta su oltre 10.000 utenti selezionati in maniera casuale sono giunti alla conclusione che urge in tempi brevi una soluzione al problema.

In particolare tutto ruoterebbe intorno all’indirizzo IP del destinatario di una sessione di Skype: tale indirizzo sarebbe infatti facilmente reperibile da parte di eventuali malintenzionati, i quali potrebbero sfruttarlo per numerosi scopi. Tra quelli citati dagli studiosi vi sono ad esempio il filtraggio dei pacchetti scambiati dall’utente con il web, potendo così monitorare numerose operazioni, oppure il tracciamento della posizione geografica del computer utilizzato, mettendo così in pericolo la privacy degli stessi.

Trattasi poi non di un proof-of-concept, ma di un problema riscontrato realmente sul campo: i ricercatori sono infatti riusciti ad individuare con facilità la posizione di un utente per tre volte consecutive in altrettante diverse città. Il tutto, poi, anche qualora la chiamata oppure la videochiamata effettuata tramite Skype venga rifiutata dal destinatario, in quanto sarebbe sufficiente cliccare sull’apposito pulsante per l’avvio di una nuova sessione audio/video per poter ottenere in maniera apparentemente semplice l’indirizzo IP del proprio interlocutore.

Con un portfolio utenti superiore ai 171 milioni di iscritti, dunque, Skype deve gioco forza proporre un rimedio al problema che possa ridurre il pericolo relativo al possibile furto di informazioni personali degli stessi. Secondo alcune indiscrezioni il gruppo recentemente acquisito da Microsoft sarebbe già stato avvertito oltre un anno fa, ma soltanto in seguito a quest’ultima denuncia avrebbe promesso una soluzione nel corso delle prossime settimane.

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