Steve Ballmer parla di YouthSpark e di startup

Il CEO uscente di Microsoft ospite a Roma per il primo compleanno del programma startup di Redmond, che in Italia ha formato 25mila ragazzi.
Il CEO uscente di Microsoft ospite a Roma per il primo compleanno del programma startup di Redmond, che in Italia ha formato 25mila ragazzi.

Si è presentato a Roma con la sua verve unica, parlando come un fiume in piena. Steve Ballmer, l’amministratore delegato (dimissionario) di Microsoft non ha deluso la platea del World Wide Rome che l’aveva invitato ieri per il primo compleanno di YouthSpark, il programma startup globale di Redmond.

Aveva 23 anni e lasciò l’università per seguire il suo amico Bill (Gates). Così Ballmer ha raccontato di sé ai tanti ragazzi presenti al Teatro Eliseo, ragazzi che sono al centro del programma YouthSpark, un piattaforma mondiale di formazione delle startup firmata Microsoft. Sono passati però molti anni, e se all’epoca dei giovani Steve e Bill la differenza poteva essere una certa visionarietà, oggi per fare impresa innovativa ci vuole preparazione in quantità uguale:

Eravamo in 30 persone e avevamo circa 2,5 milioni di entrate, ora siamo a quasi 80 miliardi di fatturato e abbiamo centinaia di migliaia di persone che lavorano insieme a noi. E se c’è una lezione da imparare, è che se si ha l’idea giusta, siete almeno al 60% della strada per una startup di successo. È necessaria l’idea giusta, il giusto tempismo, è necessaria un po’ di fortuna, è necessario duro lavoro ed energia. Avete bisogno di un sacco di cose, ma in realtà un’idea potente non può quasi essere fermata.

YouthSpark: decine di migliaia di contatti

Al netto delle belle, entusiastiche parole di Ballmer, il cui discorso è certamente da annoverare tra quelli forse non disruptive però personali e motivazionali, al centro dell’attenzione vanno messi i programmi dell’azienda per i giovani intraprendenti. Microsoft ha optato per una politica particolare, anche in Italia: più i giovanissimi studenti che non gli imprenditori fatti e finiti (anche se non mancano eccellenti startup italiane che hanno potuto contare sul BizSpark, ad esempio), programmi specifici come Giovani & lavoro, Meet no neet, Startup Revolutionary Road – la divertente competition che gira per le città con un camper e che farà nascere circa 15 mila nuove attività – pensati come fattori abilitanti, catalizzatori delle capacità e dei talenti. Insomma, molte risorse e molto tempo per guardare alle fasi embrionali dell’ecosistema startup.

Idea intelligente, perché non si sovrappone banalmente a incubatori, accelleratori, coworking, e ha toccato decine di migliaia di ragazzi, sfornato più di un milione di diplomi e in Italia tramite la Fondazione Mondo Digitale staccherà nel prossimo anno altri mille assegni da spendere in voucher tecnologici e di formazione. La ragione è presto detta: nel prossimo quinquiennio il lavoro subirà una ulteriore digitalizzazione, tanto che nel 90% delle richieste saranno fondamentali le competenze informatiche.

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