Facebook e gli altri delusi da Obama

L'incontro tra Zuckerberg, Schmidt e Obama non cambia nulla: le società sono deluse, il presidente Obama nicchia. Intanto, la Germania apre una inchiesta.
L'incontro tra Zuckerberg, Schmidt e Obama non cambia nulla: le società sono deluse, il presidente Obama nicchia. Intanto, la Germania apre una inchiesta.

Un incontro piuttosto deludente, almeno stando ai musi lunghi catturati dai fotografi appostati vicino alla Casa Bianca, dove ieri Barack Obama ha incontrato Mark Zuckerberg e altri cinque alti dirigenti delle web company americane, preoccupate per gli effetti dello scandalo della NSA sui loro affari e decisamente irritate per l’immobilismo dell’amministrazione a proposito delle garanzie sul rispetto della privacy dei cittadini. Sembra che non si sia andati più in là di qualche espressione generica di impegno.

All’incontro alla Casa Bianca hanno partecipato Zuckerberg, Eric Schmidt, Reed Hastings (CEO di Netflix), Drew Houston di Dropbox, Alex Karp di Palantir Technologies – una società di data mining in parte sostenuta dalla CIA e che lavora per la National Security Agency – e Aaron Levie di Box. Assente per impegni Marissa Mayer di Yahoo, mentre Twitter, Apple, LinkedIn, Microsoft potrebbero imitare Facebook già nelle prossime settimane. L’invito del presidente Usa è certamente partito dopo la telefonata di Zuckerberg alla Casa Bianca, i cui contenuti non sono stati completamente resi noti ma è stato chiarito come il CEO di Facebook fosse profondamente deluso dal comportamento della politica americana.

Presa di posizione che ha, non a caso, immediatamente prodotto una dichiarazione dell’avvocato della NSA che ha affermato come Google, Apple e tutte le web company fossero a conoscenza del programma PRISM, il primo emerso dai leak di Edward Snowden. Affermazione che ha scatenato la protesta di Facebook, che ha smentito nuovamente di essere stata a conoscenza di queste pratiche così massive.

Questione di lana caprina: le aziende erano costrette da una legge post-11 settembre a concedere molti dati e non darne notizia pubblica, le successive rivelazioni di Snowden hanno mostrato capacità tecniche dell’intelligence anglo-americana tali da rendere superfluo chiedere il permesso per catturare conversazioni e bit di informazioni anche di intere nazioni e per diverse settimane. Peraltro, nelle stesse ore, The Intercept pubblicava un altro documento top secret che mostra un programma della NSA appositamente dedicato all’infiltrazione degli amministratori di sistema.

Il comunicato di Facebook diffuso subito dopo l’incontro è di poche parole:

Anche se il governo degli Stati Uniti ha preso dei provvedimenti per riformare le proprie pratiche di sorveglianza, questi non sono sufficienti. Le persone di tutto il mondo meritano di sapere che le loro informazioni sono al sicuro e Facebook manterrà fede a questo principio sollecitando il governo degli Stati Uniti ad essere più trasparente circa le sue pratiche e più protettivo nei confronti delle libertà civili.

Washington, 21 marzo 2014, ore 13: Mark Zuckerberg arriva alla Casa Bianca per incontrare Barack Obama. L'incontro è il frutto della telefonata del 13 marzo nel quale il CEO di Facebook ha duramente criticato l'amministrazione sul caso NSA.

Washington, 21 marzo 2014, ore 13: Mark Zuckerberg arriva alla Casa Bianca per incontrare Barack Obama. L’incontro è il frutto della telefonata del 13 marzo nel quale il CEO di Facebook ha duramente criticato l’amministrazione sul caso NSA.

Sembra che Obama abbia promesso più restrizioni e che prenderà misure che possano dare più fiducia alle persone «preservando però gli importanti strumenti che ci tengono al sicuro». Insomma, il solito difficile equilibrio tra le esigenze della sicurezza – che Snowden ha fortemente criticato nel suo intervento per il Parlamento Europeo, dicendo che questa sorveglianza serve più allo spionaggio industriale – e quelle della riservatezza, nel quale questo mondo globalizzato da Internet si muove tra mille contraddizioni. La Rete ha contribuito a rendere più trasparenti i dati delle persone, ma non la politica, la quale è ingolosita dal possederli e per farlo ha reso assai poco trasparente il suo operato.

Il parlamento tedesco apre l’inchiesta

Intanto arrivano notizie importanti anche dall’altra parte dell’Atlantico. L’Europarlamento ha approvato una risoluzione sulla privacy che impegna il governo dell’Europa a costruire un quadro di norme proprie sulla conservazione e il trattamento dei dati dei cittadini anche quando escono dai confini.

In Germania i quattro partiti principali hanno hanno approvato all’unanimità un’inchiesta parlamentare sulla NSA. Pare che Edward Snowden testimonierà in videoconferenza alla neo commissione presieduta da Clemens Binninger, deputato della Cdu. La commissione parlamentare d’inchiesta dovrà accertare se i diritti dei tedeschi sono stati violati dalle attività di spionaggio e dovrebbe inoltre cercare di scoprire quali politici tedeschi sono stati presi di mira dalla NSA o altre agenzie di intelligence.

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