LightSail 2, la vela spaziale parte tra poche ore

Dopo 14 anni di ricerche è pronta a partire LightSail 2, che è chiamata a dimostrare la propulsione spaziale basata sulla luce solare.
Dopo 14 anni di ricerche è pronta a partire LightSail 2, che è chiamata a dimostrare la propulsione spaziale basata sulla luce solare.

LightSail 2 è ai nastri di partenza: l’ambizioso progetto dell’organizzazione americana Planetary Society, che ha speso 14 anni in ricerche, è pronto a partire. La vela solare dovrà dimostrare la fattibilità della propulsione spaziale basata sulla luce solare. Il lancio è programmato alle 5:30 del mattino del 25 giugno, ora italiana: volerà a bordo dell’enorme razzo Falcon Heavy di SpaceX, che inoltre porterà in orbita anche 24 satelliti del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti.

Falcon Heavy è un razzo che ha debuttato nel 2018 portando nello spazio una Tesla Roadster: questo sarà il primo lancio notturno, dato che in Florida, da dove partirà, sarà tarda sera. Partirà proprio dal mitico Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in particolare dalla piattaforma 39A, quella costruita per le missioni Apollo.

Le previsioni sembrano buone, c’è il 70% di condizioni favorevoli per il lancio. LightSail 2 è grande come un tostapane e ha quindi il compito di sollevare la sua orbita attorno alla Terra usando solo la luce del sole. Il traguardo sarebbe quello di portarla a 700 chilometri dalla Terra, quindi oltre l’orbita della ISS, la Stazione Spaziale Internazionale. LightSail 2 sarà racchiusa in una sorta di “scatola”, che è stata costruita dagli studenti del Georgia Tech. Una settimana dopo il lancio saranno aperti i quattro pannelli solari e altrettante braccia metalliche che srotoleranno letteralmente le quattro vele solari di forma triangolare.

In realtà il Falcon Heavy trasporterà anche diverse tecnologie molto interessanti come l’orologio atomico, chiamato Deep Space Atomic Clock. Si tratta di uno strumento di navigazione che potrà portare in futuro a veicoli spaziali a guida autonoma. Potrà aiutare infatti le sonde del futuro a capire dove si trovano: si tratta infatti di una sorta di GPS spaziale.

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