Addio ai costi di recesso della telefonia

Nella bozza del decreto legge sulla concorrenza che dovrebbe essere approvato il 20 febbraio si punta ad eliminare i costi di recesso della telefonia
Nella bozza del decreto legge sulla concorrenza che dovrebbe essere approvato il 20 febbraio si punta ad eliminare i costi di recesso della telefonia

Molto presto i costi di recesso sui contratti legati alla telefonia potrebbero sparire o essere comunque fortemente ridimensionati. Questa una delle più importanti novità contenuto nel decreto legge sulla concorrenza che il Consiglio dei Ministri dovrebbe discutere ed approvare il prossimo 20 febbraio e sul cui contenuto La Repubblica ha potuto mettere le mani in anticipo. Nell’ultima bozza formulata del decreto l’intenzione del legislatore sarebbe quella di voler eliminare radicalmente i costi di recesso per quanto riguarda i contratti di telefonia, di internet e quelli legati ai servizi televisivi.

Trattasi in buona sostanza di un affinamento del ben noto decreto Bersani che aveva da una parte eliminato i vincoli sui cambi degli operatori ma ammesso degli eventuali costi di recesso se giustificati dagli operatori stessi. In estrema sintesi, il decreto Bersani aveva concesso la facoltà di lasciare invariati i costi di disattivazione delle linee, in ogni caso un bel risparmio rispetto a prima. Nel decreto legge sulla concorrenza si vorrebbe dunque arrivare all’eliminazione di ogni tipo di balzello, una posizione probabilmente troppo integralista visto che comunque un operatore deve sopportare alcuni costi tecnici per la disattivazione di una linea. Probabilmente, prima della discussione e della votazione finale, alcuni passaggi del decreto potrebbero essere rivisti. Dunque, se non eliminati del tutto, i costi di recesso verrebbero comunque ampiamente ribassati.

Ma il decreto conterrà altre interessanti novità per i consumatori finali. Primo fra tutti, la riduzione delle penali previste dagli operatori in caso di recesso anticipato. Tali penali non dovranno superare i due mesi di canone ed il contratto non potrà più avere una durata superiore ai 12 mesi. Oggi, per esempio, gli operatori, per offrire speciali sconti sulle nuove attivazioni, obbligano il consumatore a contratti della durata minima di 24 o addirittura di 30 mesi. Offerte che probabilmente a breve non potranno più essere proposte.

Arriveranno, infine, anche nuove soluzioni per agevolare la portabilità del numero.

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