Apple torna al CES dopo anni, parlerà di privacy

Apple torna al CES dopo un'assenza sin dal 1992: non presenterà nuovi servizi o dispositivi, bensì parlerà di privacy nell'era digitale.
Apple torna al CES dopo un'assenza sin dal 1992: non presenterà nuovi servizi o dispositivi, bensì parlerà di privacy nell'era digitale.

Il 2020 segnerà il ritorno ufficiale di Apple al Consumer Electronics Show (CES), dopo un assenza cominciata nel lontano 1992. La società di Cupertino, tuttavia, non presenterà alcun dispositivo né ne approfitterà per lanciare nuovi servizi per i suoi utenti. Il gruppo ha infatti deciso di partecipare poiché coinvolto in una conferenza sul tema della privacy, insieme ad altri big di settore, come Facebook.

Non è di certo una sorpresa: Apple non ha mai prestato troppa attenzione al CES di Las Vegas, tanto da rimanere lontana dalla manifestazione sin dal 1992. Lo scorso anno, tuttavia, la società ha fatto indirettamente un’incursione, tappezzando alcune aree vicine all’evento con dei cartelloni pubblicitari sulla privacy. Ed è proprio la riservatezza e la protezione dei dati a segnare il ritorno ufficiale del gruppo di Apple Park alla manifestazione.

Così come scoperto da alcune testate a stelle e strisce, la mela morsicata parteciperà al CES in occasione di un “Chief Privacy Officer Roundtable”, rappresentata dalla direttrice della privacy del gruppo Jane Horvarth. Accanto ad Apple vi saranno Erin Egan di Facebook, Susan Shook di The Procter & Gamble Company e Rebecca Slaughter direttamente dalla Federal Trade Commission.

Per quanto insolita in occasione del CES, la presenza di Apple in una conferenza legata alla privacy non stupisce. La società ha deciso da tempo di investire su questo fronte, garantendo ai propri utenti il massimo della protezione possibile per i loro dati, sia con servizi di crittografia end-to-end in macOS e iOS/iPad OS, che con la possibilità di bloccare dal browser i cookie traccianti di società di terze parti. In più di un’occasione il CEO dell’azienda, Tim Cook, ha ribadito come quello alla riservatezza sia un diritto umano fondamentale e, per questo motivo, non può essere violato in alcun modo. La stessa società di Apple Park, ad esempio, non può accedere ai dati personali e alle comunicazioni salvate su un iDevice, nemmeno su richiesta dell’autorità giudiziaria.

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