Assoprovider, lettera aperta al ministro Romani

Assoprovider scrive una lettera pubblica al ministro Romani per chiedere che, tramite semplici interventi legislativi, si possa stimolare la banda larga.
Assoprovider scrive una lettera pubblica al ministro Romani per chiedere che, tramite semplici interventi legislativi, si possa stimolare la banda larga.

Secondo Assoprovider c’è qualcosa che si potrebbe fare subito, ed a basso costo, per raccogliere due piccioni con una fava: iniziare nel concreto lo sviluppo di una Rete a banda larga di nuova generazione e, per logica conseguenza, raccogliere i risultati che una infrastruttura di questo tipo è in grado di restituire in termini di Prodotto Interno Lordo.

Secondo l’associazione trattasi di un intervento a basso costo: semplici accorgimenti legislativi mirati potrebbero togliere gli ostacoli che oggi impediscono alle piccole realtà di confrontarsi sul territorio, frenate da barriere all’ingresso che impediscono di affrontare un normale rischio imprenditoriale.  L’associazione porta la propria proposta al cospetto del ministro Romani, così che possa prendere visione della costruttività dell’approccio Assoprovider nell’affrontare la questione.

La proposta è organica e strutturata in più interventi, tali da riconsegnare allo Stato un ruolo più neutrale ed alle aziende un ruolo più attivo: quel che dovrebbe scaturirne è un contesto nel quale la concorrenza farà tutto da sé, come una mano invisibile in grado di agire sul mercato per stimolare lo sviluppo, l’investimento e la raccolta automatica dei frutti da parte delle istituzioni.

Questo il testo della proposta:

Ill.mo Ministro Romani, nei giorni scorsi abbiamo udito indicare da molteplici autorevoli parti come l’uscita dalla crisi passi anche attraverso la creazione di un’infrastruttura NGAN. Rappresentando circa 200 dinamiche aziende del settore non possiamo esimerci dal portare il nostro contributo di conoscenza per contribuire al miglioramento del mercato delle Telecomunicazioni. Anticipiamo che quanto segue contiene solo provvedimenti che non comportano né oneri aggiuntivi né diminuzioni di entrate, e che sono immediatamente attuabili. Razionalizzazione Contributi Amministrativi I contributi amministrativi previsti dall’allegato 10 del D.lgs. 259/03 (Codice delle Comunicazioni Elettroniche) presentano disposizioni in contrasto con l’Art. 12 della Direttiva Europea 2002/20/CE e negano, di fatto, la libera concorrenza costituendo una barriera d’ingresso per migliaia di Aziende italiane che si attendono il pieno rispetto dell’Art. 3 della Costituzione. Un nuovo imprenditore nel settore delle “reti dati” in una città con più di 200.000 abitanti, a causa degli attuali contributi amministrativi, per acquisire il suo primo cliente del servizio “rete dati” deve versare allo Stato un contributo amministrativo annuale di 55.000,00 euro (a titolo informativo e puramente comparativo il settore televisivo è tenuto al contributo amministrativo per l’1% del fatturato). ASSOPROVIDER ritiene possibile aggiungere una nuova fascia di contributi amministrativi concretamente pensati per l’accelerazione dello sviluppo delle PMI. Tale fascia contributiva ha un duplice vantaggio consentendo da un lato un maggiore incasso da parte dello stato nei confronti di nuovi soggetti e la possibilità di abbattere le fastidiose barriere di entrata con una nuova regola specifica per le PMI delle TLC che consenta di optare per un contributo correlato al fatturato e non stabilito in forma fissa. Tale misura ripristina la neutralità dello Stato nelle dinamiche di concorrenza tra soggetti economici nel solco tracciato dalla Costituzione. È nelle Sue facoltà (Art.220 del D.lgs 259/03) modificare per mezzo di un semplice decreto ministeriale la struttura dell’allegato 10. Razionalizzazione dello sfruttamento dello Spettro Radio Sempre l’allegato 10 contiene un’altra norma in aperto contrasto con il principio della neutralità dello Stato nelle dinamiche concorrenziali tra le aziende. Una risorsa definita scarsa, come sembra che sia lo spettro radio secondo quanto previsto dall’attuale allegato 10, è soggetta a un regime di canoni decrescenti al crescere delle assegnazioni a un singolo richiedente: in pratica più frequenze sono assegnate a una stessa azienda e minore è il canone annuale fino a ottenere che, dall’ottantesima assegnazione in poi, il canone dovuto a parità di larghezza di banda assegnata è un quarto del valore iniziale, rispetto al canone applicato a chi ottenga una prima porzione di spettro. Se lo spettro radio è una risorsa scarsa, al crescere della porzione di spettro assegnata a un unico soggetto, dovrebbe essere maggiore il costo per unità e non il contrario, in alternativa se la risorsa non è scarsa, non si capisce perché lo Stato dovrebbe introdurre un’economia di scala invece di lasciare sempre uguale il costo di ogni porzione unitaria dello spettro. ASSOPROVIDER ritiene importante adeguare i canoni annuali previsti dall’allegato 10 per l’assegnazione dello spettro frequenziale a una cifra pari al 50% di quella massima attuale senza più alcuna forma di sconto quantità. ASSOPROVIDER auspica che il canone per le frequenze “broadcast” degli operatori televisivi che occupano più del 10% dello spettro a loro dedicato sia portato dall’1% al 5%. Finanziamento delle NGAN Da giorni le analisi economiche sull’attuale crisi evidenziano quanto sia comunque elevata la capitalizzazione delle famiglie italiane e al contempo quanta difficoltà vi sia da parte degli operatori TLC nel reperire fondi da dedicare alla NGAN (che per l’80% è costituita dalla struttura edile dall’ultimo miglio). Con un’azione d’informazione e di agevolazione del microcredito riteniamo possibile coinvolgere direttamente i cittadini nell’acquisizione dell’ultimo miglio di pertinenza della loro unità immobiliare (valore stimato attorno ai 500 €uro per unità). Tale azione avrebbe un costo di denaro pubblico irrilevante per l’attività d’informazione e vedrebbe il denaro privato investito in un bene durevole che accresce l’economia del territorio e il valore patrimoniale dell’immobile. Un’azione che porta benefici alle imprese, al territorio e ai cittadini, mediante una diffusa attivazione di lavori sostenuti dal credito privato e non dalla mano pubblica. Conclusioni La mancata assunzione di questi provvedimenti, nella forma proposta o in altre tese comunque a migliorarne l’efficacia, va a discapito del mercato e impedisce un reale rilancio dell’economia nazionale in questo settore così decisivo per il presente e il futuro del nostro Paese. Ciò che chiedono i Paesi Europei e il mondo imprenditoriale è un progetto d’innovazione che non può prescindere dall’eliminazione di qualsiasi posizione di rendita, oltretutto agevolata da norme e leggi anacronistiche oltre che di dubbia costituzionalità.

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